Adozioni internazionali ancora in calo, ma
rallenta il trend negativo. È quanto attesta la Commissione
della Presidenza del Consiglio, che ha diffuso i dati provvisori
del 2013 in attesa del rapporto statistico annuale che sarà
disponibile a febbraio. In un anno si sono perse 178 coppie
adottive, confermando un trend negativo che continua da alcuni
anni. Dopo una crescita tra il 2001 e il 2004, si è assistito
infatti a un calo nei tre anni successivi e di nuovo a una
ripresa fino al valore massimo di oltre 3.200 coppie che hanno
adottato nel 2010, quando è ricominciata la discesa.
box Oltre 2.800 i bambini entrati in Italia lo scorso anno,
adottati da 2.291 coppie. Rispetto all'anno precedente il calo
dei minori è del 9%, comunque inferiore rispetto al brusco
crollo registrato tra il 2011 e il 2012, che è arrivato a
sfiorare il 23%. I numeri sono però molto lontani dai "picchi"
di oltre quattromila minori adottati sia nel 2010 sia nel 2011,
anno in cui per la prima volta dopo un quinquennio la crescita si
è arrestata. Scende l'età media dei bambini adottati: dai 5, 9
anni del 2012 ai 5,5 anni del 2013.
Colombia, Brasile e Ucraina i paesi dove le adozioni hanno subito
la maggiore frenata. Federazione Russa, Etiopia, Polonia e
Colombia sono i maggiori paesi di provenienza, che da soli
assorbono oltre la metà delle adozioni.I bambini autorizzati all'ingresso vivono soprattutto in
Lombardia, che nel 2013 ha accolto 488 minori, il 17.3% del
totale. Seguono la Toscana (299 minori, 10.6%), il Lazio (287,
10,2%), la Campania (270, pari al 9.6%), il Veneto (239, 8,5%),
la Puglia (184, 8.5%) e la Sicilia (166, 5.9%). "Questi dati
confermano, come nel 2012, la stabilizzazione dell'incremento
delle adozioni nelle regioni meridionali - fa sapere la
Commissione -, con il 31,1% del totale dei minori autorizzati
all'ingresso nel 2013".