La Marcia. Aborto, eutanasia, ley trans: il «sì alla vita» della piazza di Madrid
La Marcia di domenica 12 marzo a Madrid
«Ogni essere umano ha il diritto alla vita e a essere trattato come meritevole della sua speciale dignità, dal concepimento alla morte naturale». È uno dei passaggi del manifesto con il quale si è conclusa la Marcia per la Vita di Madrid, indetta in vista della Giornata internazionale della vita del 25 marzo, festa dell’Annunciazione (in Italia si sta cercando di arrivare a una legge trasversle che la definisca come Giornata per la vita nascente).
La testa del corteo - .
Cinquantamila persone di ogni età da tutta la Spagna (23mila secondo la Prefettura) dalle 12 di domenica hanno percorso le strade tra Calle Serrano a Plaza Cibeles – luogo simbolo per tutti i raduni di massa nella capitale – per «mostrare la grandezza della cultura della vita», come si legge ancora nel manifesto, sottoscritto dalle 500 associazioni aderenti alla Marcia annuale, una vita che è «generosa, accogliente, costruttiva, allegra, che guarisce le ferite e non si arrende». Nei punti condivisi dai manifestanti la critica a «leggi e pratiche che minacciano la vita e la natura umana in qualsiasi momento della loro vita»: un’allusione trasparente alle leggi recentemente approvate dalla maggioranza parlamentare che sostiene il governo formato dal Partito socialista e dalla sinistra estrema di Podemos, dall’estensione dell’accesso libero all’aborto alle minorenni (fin ai 16 anni) all’eutanasia, alla “ley trans” che consente di cambiare sesso all’anagrafe con una semplice autodichiarazione.
Nel corteo pacifico – tante le famiglie con bambini – non è passata inosservata la partecipazione di esponenti di Vox, il partito della destra con non nascoste simpatie franchiste che ha combattuto al fianco del Partito popolare tutte le leggi contro le quali è sceso in piazza il “popolo della vita” spagnolo. «C’è un urgente bisogno di un forte “sì alla vita” – ha detto nel suo discorso sul palco in piazza Alicia Latorre, portavoce della «Federación de Asociaciones Provida», la piattaforma che raccoglie e coordina le realtà associative animatrici della Marcia –: per i più innocenti e deboli, inclusi quelli per i quali si considera un diritto togliersi la vita, per le madri che hanno bisogno di aiuto durante la gravidanza, per coloro che necessitano di cure speciali in qualunque momento della loro vita». Concetti sintetizzati nel “Sì a la vida” che campeggiava sul grande striscione in apertura di corteo, rimandando al sito della Marcia (www.sialavida.es).
La testa del corteo - .
«Oggi è il giorno in cui tutta la Spagna alza la voce per coloro che non hanno voce – ha detto un altro leader del movimento pro life spagnolo Alvaro Ortega, della Fundación +Vida –. Apprezziamo il bello, il bene e la verità: la vita, la famiglia, la maternità. I giovani di tutta la Spagna stanno dimostrando noi che difendiamo la vita in tutte le sue fasi siamo una grande maggioranza». Oltre a discorsi, testimonianze e musica nella festa che ha concluso la Marcia, dal palco sono arrivate anche parole di ringraziamento per «infermieri, medici e caregiver che difendono la vita ogni giorno: siete tutti molto coraggiosi» e il rilancio di slogan della Marcia come «Niente può fermarci, perché siamo convinti e la vita vincerà» e «Viva la madre che mi ha partorito» («¡Viva la madre que me parió!» ).
In testa al corteo, ha commosso tutti la presenza di Pablo Delgado de la Serna (Instagram: @untrasplantado), tre trapianti di rene, 31 operazioni chirurgiche subite, una gamba amputata, malato da quando aveva 16 anni, dializzato dall’età di 8. Delgado oggi è fisioterapista e insegna all’Università Francisco de Vitoria: «Voglio incoraggiare tutti a difendere la vita – ha detto –. Sono un esempio del fatto che, quando vengono presentate alternative, le persone non optano per la morte».
Il manifesto della Marcia - .