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Vigevano. Madonna di Pompei, una vera scoperta tra arte e fede

Pierfranco Redaelli giovedì 17 ottobre 2024

I visitatori davanti alla venerata immagine della Madonna del Rosario

Sabato 12 e domenica 13 ottobre, organizzata dal Fai (Fondo ambiente italiano) la 13° edizione della Giornata Fai d’autunno ha consentito a tanti italiani di scoprire tesori d’arte, di cultura e di fede abitualmente non accessibili o di poter godere della loro ricchezza con guide preparate. Oltre 700 i siti aperti in tutta Italia che hanno visto la presenza di oltre 386mila visitatori.
«Il bello, la forza, l’originalità di queste giornate – dice il presidente nazionale del Fai Marco Magnifico – consiste nella straordinaria e inaspettata varietà delle scelte, nella sorpresa che sempre si rinnova di ciò che la nostra rete territoriale identifica per le aperture. E ancora e soprattutto questo “bello” sta nella fantasia di una schiera di italiani civili ed energici che si mettono al servizio del patrimonio comune attraverso il Fai».

In coda per entrare nella chiesa di Vigevano - @massimo-fassina

In Lombardia i siti aperti sono stati 123 in 49 Comuni, con gioielli d’arte da scoprire in tutte le province. Numeri senza precedenti a Milano, in Brianza, nel Varesotto, nella Bergamasca, con protagonisti i delegati, i volontari, i soci del Fai, per due giorni apprendisti “ciceroni” culturalmente attrezzati per rendere la scoperta di siti e monumenti un’esperienza di grande arricchimento per tutti.
In provincia di Pavia quattro i siti aperti. Fra i più gettonati, va segnalata la chiesa-santuario della Madonna di Pompei a Vigevano, dove i visitatori sono stati oltre 300. È Roberto Bellazzi, socio Fai di questa importante città del Pavese, a raccontare con emozione in grande interesse suscitato da questo edificio di culto, la cui storia si perde nei secoli ma con una ricostruzione che offre una data certa, a partire cioè dall’8 marzo 1897. Famiglie, giovani, anziani provenienti da Pavia, ma anche dal Milanese e dal Novarese, attratti dalle stupende navate e dai dipinti custoditi nel santuario, hanno mostrato la forza culturale e il potenziale di una manifestazione che si va sempre più affermando a ogni edizione, anche grazie al fatto che consente di scoprire da vicino tesori dell’arte e della fede cristiana cui la gente sente di essere legata nel profondo.

Il caso di Vigevano è, in questo senso, esemplare. Da sempre infatti i vigevanesi vivono e testimoniano una particolare devozione alla Madonna di Pompei e alla recita del Santo Rosario. Fu don Ambrogio Ceriotti a volere l’ampliamento di quella che era una piccola chiesa facendone realizzare una nuova, ampia e imponente, a tre navate, in stile neo gotico, su un disegno dell'ingegner Spirito Maria Chiappetta di Milano che anni dopo divenne sacerdote. Quella di Vigevano è, fra tutte le sue opere, l'unica che venne completata.

Il santuario venne aperto al pubblico il 30 aprile 1922 e la sua consacrazione coincise con la ricorrenza del quarto centenario della costituzione di Vigevano come città e diocesi, avvenuta nel 1530. Al suo interno, di grande pregio è la decorazione pittorica opera degli artisti vigevanesi Luigi e Carlo Bocca e Casimiro Ottone. I loro lavori sono stati riportati all’antico splendore grazie a un restauro terminato nel 2009, insieme alle vetrate policrome laterali e alla facciata.

I visitatori, come fa notare Gianmario Gregori, storico della Lomellina e cultore della religiosità locale, hanno potuto godere di un accesso globale all’interno della Chiesa, inclusa la salita ai matronei e la possibilità di ammirare da vicino i Misteri del Rosario raffigurati negli affreschi. Un’occasione davvero unica: «Gli affreschi – spiega Bellazzi, autore anche delle foto che corredano questo servizio – sono stati realizzati secondo i canoni di una tradizione che unisce i “fondi oro” del Tre-Quattrocento con lo stile gotico d’Oltralpe».

Ogni singola parte della chiesa (vetrate, confessionali, arredi e suppellettili sacre) ha preso forma grazie ad altissime competenze artigianali e alla grande partecipazione dei fedeli, di cui è espressione la profonda devozione verso l’icona della Beata Vergine di Pompei, incastonata in una cappella sopra l’altare maggiore e sovrastata da una cupola dove le decorazioni neo-gotiche sembrano accennare a richiami neo-liberty. Arte, fede, memoria unite in una contemplazione capace di elevare lo spirito.