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WeCa. Romano Guardini e l'Intelligenza Artificiale

Andrea Tomasi venerdì 5 aprile 2024

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Il 13 marzo scorso, quando il Parlamento Europeo ha approvato il Regolamento sull’intelligenza artificiale (AI ACT), è sembrato avverarsi l’auspicio di Romano Guardini, che nel 1962 aveva affidato all’Europa il compito storico di governare la potenza della tecnica. Guardini, nel suo discorso di accettazione del premio Erasmus, a Bruxelles, aveva sviluppato una riflessione quanto mai attuale oggi, sui rischi della tecnica e sulla necessità di governarla, per indirizzarla al bene dell’uomo.

Le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale (I.A.), in particolare i più recenti sviluppi dell’I.A. “generativa”, della realtà virtuale e della robotica, esprimono una potenza tecnologica che l’Unione Europea ha deciso di regolamentare. Dopo le Linee guida etiche per l’I.A., del 2019, che avevano lo scopo di ottenere una I.A. “trustworthy” (credibile), affidabile e trasparente, la Commissione Europea ha elaborato nell’aprile 2021 la Proposta di Regolamento sull’intelligenza artificiale. Il testo finale è stato oggetto di un accordo, nel dicembre scorso, tra Commissione, Consiglio dei Capi di Stato e di governo, e Parlamento Europeo, che lo ha approvato in via definitiva. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale richiede alcune verifiche formali, e per l’entrata in vigore in tutta Europa è previsto un periodo di due anni. Alcune parti avranno però tempi diversi: i divieti per pratiche vietate saranno applicati dopo 6 mesi, gli obblighi per i sistemi ad alto rischio dopo 36 mesi. Un organismo di controllo, l’Ufficio europeo per l’I.A., è stato istituito a gennaio ed attivato da subito. Le procedure europee, lente e macchinose, hanno prodotto un testo elefantiaco, come già era avvenuto per il Regolamento sulla Privacy (GDPR). L’A.I. Act consta di 113 articoli con ben 180 “considerandum” - cioè 180 premesse esplicative - e 13 allegati. Sui punti salienti del Regolamento ritorneremo in seguito, per esaminarne l’impostazione, che presenta luci ed ombre.

Il correlatore della legge, il rumeno Dragos Tudorache, ha dichiarato: «L’UE ha mantenuto la promessa. Abbiamo collegato per sempre il concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge. L’intelligenza artificiale ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie, insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull’I.A. non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo». Romano Guardini può ancora aspettare, l’Europa è solo all’inizio di un cammino.