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L'app di Avvenire. I rettori: «Così ci aiuta a formare l'uso cosciente dei media»

Matteo Liut martedì 9 novembre 2021
Chi si prepara a guidare le comunità cristiane dentro un mondo sempre più complesso non può esimersi da una seria educazione all’utilizzo dei media. Ne sono convinti i rettori dei dei Seminari italiani, che guardano con soddisfazione al progetto dei tablet con Avvenire. «Avere il quotidiano sul tablet – nota don Andrea Turchini, rettore del Pontificio Seminario Regionale Flaminio di Bologna – ha di sicuro aumentato il tempo dedicato alla lettura del giornale e quindi la disponibilità a informarsi e ad approfondire le notizie. Tanto che i seminaristi (in particolare il gruppo comunicazione) hanno deciso di comporre una newsletter interna che raccoglie i contributi di Avvenire più altri contenuti da altre fonti». Un contributo fattivo, insomma, alla formazione dei futuri preti: «L’educazione ai media è un tema urgente – aggiunge don Turchini –, perché noi partiamo dalla presunzione, non sempre corretta, che i nostri giovani sono esperti del mondo della comunicazione perché utilizzano i dispositivi. Questo però non significa che essi siano del tutto consapevoli delle potenzialità e dell’impatto che essi hanno. Sono invece necessarie chiavi di lettura efficaci per poter vivere in questo mondo complesso in modo intelligente. Il rischio è che si perda la possibilità di profezia richiesta a chi si prepara ad avere responsabilità pastorali». Anche per don Loris Della Pietra, rettore del Seminario interdiocesano di Gorizia, Trieste e Udine «San Cromazio di Aquileia» , «non basta star dentro questo mare dei media ma serve un alfabato e una sintassi che orientino l’uso di questi strumenti. I sacerdoti, ma anche gli operatori pastorali e chi ha ruoli di responsabilità nella comunità cristiana, devono domandarsi quali mezzi siano i più idonei per l’annuncio del Vangelo, nel rispetto dell’oggetto dell’annuncio ma anche del destinatario, che è l’umanità. Insomma, non basta un punto di vista 'funzionale' sull’utilizzo dei mezzi della comunicazione – la cui natura influenza anche il messaggio che trasmettono –, serve un autentico sguardo ecclesiale formato». Uno sguardo che il progetto di Avvenire in qualche modo punta a sostenere e valorizzare. Matteo Liut © RIPRODUZIONE RISERVATA Turchini (Bologna): non smarrire la profezia richiesta a chi avrà responsabilità pastorali. Della Pietra (Gorizia, Trieste e Udine): serve uno sguardo non solo funzionale ma ecclesiale