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La parola. Chat GTP, una voce quasi umana

Andrea Tomasi martedì 31 gennaio 2023

Da qualche tempo sulla stampa e sulla rete si rincorrono le notizie su una nuova tecnologia dal nome indecifrabile: “Chat GTP”. Basata su tecniche di Intelligenza Artificiale, è una versione evoluta dei cosiddetti “chatbot”, cioè dei “risponditori automatici” che sono ormai molto diffusi per interagire in chat con i clienti di un servizio online. L’idea di programmi per la conversazione automatica risale ai lavori di Alan Turing, ma ha ricevuto un impulso notevole in questi ultimi anni, in cui si sono diffusi enormemente gli “assistenti elettronici”, sia come dispositivi “tutto fare” che come interlocutori nelle chat.

Chi ha avuto a che fare con i chatbot dei servizi di assistenza clienti si è reso conto di quanto sia ancora immatura l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in quell’ambito, ma Chat GPT promette di essere un notevole avanzamento in direzione di una maggior capacità di interagire con gli esseri umani, intrattenendo conversazioni che appaiono offrire profondità di pensiero e competenza.

Tutto ciò grazie alle tecniche GPT (il nome Generative Pre-trained Transformer, è quasi indecifrabile) che usano le tecniche di apprendimento automatico per produrre testi il più possibile simili a quelli scritti dall’uomo, in diversi settori. Il perfezionamento della tecnica GPT è dovuto principalmente alla vastità dei testi che il programma ha immagazzinato, alla potenza di calcolo enorme di cui dispone per le elaborazioni, e alle attività del gruppo di esperti che ha “addestrato” la macchina, affinandone le capacità di conversare e di produrre testi in maniera appropriata.

Si trovano facilmente in rete alcuni prodotti di Chat GPT con cui interagire e dei quali si possono apprezzare le abilità. La loro diffusione, molto pubblicizzata, ha anche lo scopo di usare le richieste e le interazioni del pubblico più vasto possibile per aumentare il livello di apprendimento del chatbot, completando l’opera degli esperti che lo hanno progettato. L’utilità futura dipende dai settori in cui queste tecniche verranno utilizzate, ma una cosa è certa: quando colloquiamo con la macchina, ciò che diciamo viene archiviato e usato per conoscere meglio le nostre abitudini, e il software che ci risponde è lo stesso con cui ci vengono inviati messaggi sui social o nella posta elettronica, per farci credere di avere a che fare con persone vere e indurci ad accettare proposte allettanti. Per ora, la persuasione commerciale nelle vendite online, fino ad arrivare alle truffe, economiche o sentimentali, è il settore in cui le tecniche di chatbot vengono usate in maniera massiccia.