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“Rocco Schiavone”, troppo fuori schema

Andrea Fagioli venerdì 18 novembre 2016
Rocco marca a uomo Marco e ne esce un pareggio. I termini calcistici si addicono agli ascolti degli ultimi due poliziotti arrivati in tv: Rocco Schiavone (Rai 2) e Solo (Canale 5), che al loro esordio, mercoledì 9 novembre, hanno registrato entrambi tre milioni e seicentomila telespettatori. Ma si addice anche al fatto che Rocco, per marcare stretto Marco al debutto, abbia scalzato Nemo costringendolo a un turno di riposo e poi fuori area al giovedì. Del resto il Rocco Schiavone interpretato da Marco Giallini non va tanto per il sottile. I suoi modi, le sue azioni e il suo linguaggio hanno già provocato un'interrogazione parlamentare. Del Marco agente sotto copertura il cui nome in codice è Solo, mentre è Marco anche nella realtà (Marco Bocci), sono andate in onda due puntate. Del Rocco interpretato dall'altro Marco, con il doppio appuntamento, mercoledì e venerdì, abbiamo già visto tre puntate. Con la seconda e la terza che confermano la prima impressione, quella di essere di fronte a un poliziotto totalmente fuori dagli schemi, che ruba e si fa le canne. E il regista Michele Soavi non lesina al proposito primissimi piani e dettagli degli spinelli. Ispirato ai racconti di Antonio Manzini, Rocco Schiavone, romano de Roma, è un vice questore spedito per motivi disciplinari ad Aosta. È un uomo cinico, scorbutico e sarcastico, a tratti rozzo e volgare, ma con un grande intuito nel risolvere i casi di omicidio. Che sia un modello sbagliato di poliziotto non c'è dubbio. A parte rubare e fumare marijuana è pure un giustiziere contro giustizia. Nel secondo episodio distrugge volontariamente una prova perché resti in carcere un uomo indiziato dell'omicidio della moglie, reo in verità di non averla uccisa ma spinta al suicidio dopo sette anni di maltrattamenti. Nella dura scorza del vice questore sembra fare breccia soltanto la consorte, che a un certo punto si scopre essere solo una presenza: «Mi manchi, Marina», lamenta Rocco. La moglie è stata ammazzata in un agguato anni prima. Questo spiega almeno in parte il suo essere così controverso e sbandato, ma non giustifica il suo sostanziale disprezzo per la vita, enfatizzato da atteggiamenti oltre limite e da un parlato insistentemente volgare. Peccato, perché il personaggio funzionerebbe anche un po' più negli schemi.