È FUGGITA CON UN ALTRO
È domenica e forse riusciamo a creare un'oasi di quiete per ascoltare la voce di un poeta. È ignoto ai più, solo lo scorso anno è stato tradotto nella nostra lingua (Orfeo rinasce nell'amore, ed.Graphe.it): si chiama Grigore Vieru ed è morto due anni fa. Incarnava la più intensa anima della lingua romena, anche se egli era della Repubblica Moldova. Ho scelto e adattato un suo canto sul tradimento e sulla sofferenza invincibile che esso genera. Ecco, spegnendo la televisione, ignorando il baccano della via, seguiamo insieme questo canto d'amore e di dolore. Quando si è lasciati dalla persona amata, c'è chi spazza via dalla casa tutti i ricordi dell'altro, cerca di crearsi una nuova esistenza, tenta di fuggire lontano, in viaggi esotici che facciano dimenticare.
E invece quei ricordi ritornano sempre a vivere, si ramificano come una foresta dai rami smisurati che ti raggiungono e ti coprono anche laggiù in quel mondo remoto in cui ti sei rifugiato. Anche qui brilla la grandezza, sia pur tragica, dell'amore. Eppure è meglio soffrire, lottare, sperare e vivere che non provare mai un sussulto, un fremito, una passione per un grande amore o un ideale alto. Forse è vera quella massima del Seicento francese: «Quando non si ama troppo, non si ama abbastanza», perché nell'amore vero non c'è la parola «risparmiarsi».