«Notturni per i defunti» di Porpora meditazione perfetta sul dolore
La partitura vide dunque la luce in un'epoca in cui le forme e i modelli sviluppatisi in ambito profano " e in particolare nel campo del melodramma " costituivano ormai la grammatica di riferimento sopra la quale si fondava anche il linguaggio sacro; e Porpora, i cui lavori teatrali furoreggiavano nelle più importanti capitali artistiche d'Europa (da Venezia e Vienna fino a Londra), seppe creare qui una magistrale sequenza di arie, recitativi e passaggi concertanti, racchiusi tra la perfezione plastica di chiara ascendenza pergolesiana del "Parce mihi Domine" iniziale e l'intensa carica di pathos del "Quare de vulva eduxisti me" conclusivo.
Eleganza melodica, abilità di scrittura, ma soprattutto aderenza della musica ai sentimenti espressi dal testo danno origine a una sommessa e pudica meditazione sui temi del dolore e della caducità della vita, senza enfasi e retorica, lontana da fragori e facili effetti; in una pagina che riflette i più autentici sentimenti di penitenza e devozione, riverberando i profumi e i colori di una tradizione ancora viva, che la città partenopea porta da sempre inscritta nel proprio patrimonio genetico e che questa valida interpretazione restituisce in tutta la sua vibrante forza evocativa.