Il laicistissimo Il Fatto Quotidiano pubblica (lunedì 7) un'indagine sui miracoli nella vita della Chiesa: «Quei "detective" sulle tracce di Dio». Indagine che finisce presto, perché interroga due testimoni in materia discutibili. Uno è Dario Fo, che aggira il problema parlando delle meraviglie della natura: o è tutta un miracolo o è solo caso. Il secondo è il «teologo cattolico» Vito Mancuso, che «cerca di ricucire lo strappo (?) tra ragione e fede»: i miracoli, dice, «sorgono dal basso, dall'energia della mente umana, che non dominiamo del tutto e che la scienza non è in grado di spiegare». La prova? Eccola: «Nel santuario greco di Esculapio, il dio della medicina, in Egitto e in India sono stati ritrovati ex voto uguali a quelli di oggi». Prova assai debole: anche i santuari cattolici sono pieni di stampelle, cuori d'argento, lapidi «per grazia ricevuta», tutte testimonianze di guarigioni ma non miracolose. E i miracoli di Gesù? Mancuso: «Quando moltiplica i pani e i pesci, la gente resta lì. Quando inizia a predicare, la maggior parte se ne va». Davvero? Dove l'ha letto? O anche il teologo ha fatto un miracolo dal basso o siamo tutti potenziali stregoni.IL RETROBOTTEGAAnche Il Foglio, a modo suo, si occupa (giovedì 10) di religione e riempie una pagina di «atonia della salmodia, debolezza di preghiere, acedia» [vuol dire torpore, abulia]. Così, però, «la Messa versione Ong è una distorsione». L'ineffabile autore di questa pesante sentenza sembra vivere nella propria persona il personaggio, che richiama, di un detto di Hegel: «Nessun grande uomo sfugge al biasimo del cameriere che ne governa le stanze nascoste». Così, per biasimare i preti di oggi, l'Autore-cameriere tenta di rigovernare «il retrobottega della liturgia» (titolo a tutta pagina) dove - scrive - riposano le vecchie vesti sacerdotali: manipolo, amitto, pianeta, berretta e talare e persino «la folgore che San Giovanni Crisostomo (sec. V) vedeva discendere sull'altare». Questi «abbandoni» confermano - aggiunge - il vero significato dell'acedia, così descritto da San Giovanni Climaco (sec. VI-VII): «Abbattimento dell'anima, indebolimento della mente, negligenza dell'ascesi, odio della professione, invidia per coloro che vivono nel mondo» eccetera. Un fraterno suggerimento per l'intristito Accolito-cameriere: si faccia coraggio e provi a "uscire" dal suo retrobottega per praticare un po' di Evangelii Gaudium.NÉ VOLTO NÉ NOMEI quotidiani laicisti esultano per la sentenza sulla fecondazione eterologa. «Un bel giorno per la donna», titola l'Unità e, su la Repubblica (giovedì 10), la filosofa Michela Marzano (Università V di Parigi) garantisce che non esistono nella coppia «fantasmi di adulterio» né «marketing di gameti», perché questo «dono di materiale genetico non ha né volto né nome». Verissimo: gli mancano proprio il volto e il nome di colui che, a norma di morale e di logica, dovrebbe essere il vero padre del nascituro. Nessuna bambina così concepita somiglierà a chi dovrà chiamare papà.LA GRANDE BRUTTEZZADomenica scorsa il Giornale s'iniziava con un fondo del suo direttore Alessandro Sallusti, in cui si leggevano le seguenti espressioni: «… è una porcata», «…è da figli di puttana», «…imbrogliati dai magistrati e dal Capo dello Stato, probabilmente mandante», «… dopo aver tradito girano come avvoltoi» per «…nutrirsi di avanzi di berlusconismo», «…vigliacco» eccetera. Centratissimo il titolo: «La grande bruttezza». Ma che stile!