«Filia Praeclara», la grande musica medievale nei monasteri femminili
Fu lei a raccogliere presso il convento delle Clarisse di Stary Sàcz, dove si era ritirata nell'anonimato dopo la morte del marito, alcuni preziosi codici che testimoniano della ricchezza culturale e spirituale della vita monastica nella Polonia del tempo; ed è lì che la ricercatrice e musicista Agnieska Budzinska-Bennett, ideatrice e guida di questo progetto, è andata a ricostruire tassello dopo tassello il mosaico dei brani qui raccolti, lavorando direttamente su alcuni manoscritti originali e sulla copia del celebre Magnus Liber Organi, riconducibile alla dotta scuola parigina di Notre-Dame e appartenuto alla stessa Cunegonda.
Il programma del disco si dipana affascinante alternando canti omofonici tratti dal repertorio gregoriano a mottetti, inni, sequenze e conductus; forme arcaiche di elaborazione polifonica che siamo portati a prendere in alta considerazione soprattutto dal punto di vista storico e artistico, proprio in quanto rappresentano i primi esempi teorizzati di pratica contrappuntistica, ma che questa più che convincente interpretazione dell'Ensemble Peregrina ci invita ad apprezzare nella loro più intima essenza, sbaragliando definitivamente il campo da stereotipate visioni fantastiche e ripulendo la musica medievale dalle ombre di un immaginario "gotico" così caro all'epoca romantica. Perché dietro la bellezza, la fantasia, l'ingegnosa creatività e la finezza intellettuale di queste opere risiede prima di tutto il valore della preghiera, dimensione assoluta e quotidiana di chi al Signore consacra la propria esistenza, oggi come allora.