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«Facciamo da sole basta socializzazione» E l’aborto si privatizza

domenica 22 dicembre 2013
​Di fronte alla realtà dell’aborto, l’Unità si è finalmente arresa (martedì 17). Altro che socializzazione, condivisione con lo Stato, risposta alla richiesta di un «diritto»… La resa è annunciata da un titolo a tutta pagina: «Faccio da sola - Le donne e le pillole abortive». Ha vinto l’arma che l’Unità ha decantato: la pillola (Ru486 e le altre che sono seguite): «In tutto il mondo aumenta la vendita on line dei farmaci che interrompono la gravidanza». Quando la prima  pillola arrivò in Italia fu facile profetare che l’aborto sarebbe ridiventato un fatto privato, per il quale, del resto, si esaltava il diritto all’autodeterminazione (o, in lingua boninese: «L’utero è mio e lo gestisco io»). Adesso «il farmaco si vende a 300 Euro a Porta Palazzo, il mercato torinese dove si vende tutto, anche l’anima». Invece «i dottori fuori confine (Svizzera, Grecia) somministrano la Ru486 e il Citotec con 600 Euro» (il secondo abortivo è un protettivo antiacidità gastrica). A scrivere la sua resa l’Unità  ha delegato Marco Bucciantini, capo della redazione sportiva, che tratta i farmacisti cattolici che non vendono i contraccettivi come le curve degli stadi trattano gli arbitri e i giocatori di colore. E parla dell’obiezione di coscienza come di «rigurgiti antiabortisti». Forse ha bisogno di un po’ di Citotec.
 
ELASTICITÀ GIURIDICAL’apertura di Matteo Renzi ai «diritti (cosiddetti) civili» ha trovato un sostenitore in Vladimiro Zagrebelsky, già giudice della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che sono ben altra cosa dai falsi diritti. Secondo il magistrato (La Stampa, martedì 17), sui «temi sociali» come «unioni civili etero e omosessuali […] sono lecite posizioni diverse», avendo «risvolti di natura etica». Subito dopo, però, il giudice chiede «l’eliminazione delle assurde limitazioni che la legge pone alla maternità medicalmente assistita» e afferma che «è frutto di un equivoco, di un abuso linguistico la pretesa che solo il matrimonio di un uomo con una donna sia "naturale" e quindi rispettoso della Costituzione». Dopo questo primo esercizio di elasticità giuridica, Zagrebelsky sentenzia: «In tema di diritti e libertà civili non vale il principio di maggioranza, poiché i diritti delle minoranze e dei singoli sono intangibili». Giusto purché, però, siano autentici e non semplici desideri come aborto, matrimonio contro natura, eutanasia… Il giudice cita un pensiero di Aldo Moro alla Costituente: «Il vincolo sacramentale non impedisce di raffigurare» altre forme della famiglia, purché sia «dotata di una propria consistenza che trascende i vincoli temporanei tra due persone». Poiché una famiglia non consiste solo in uno scambio di sessualità, non è credibile che Moro considerasse «consistenza» un semplice orientamento sessuale.
 
L’ANTIRAZZISTA RAZZISTAMartedì l’Unità ha accolto con favore la «Carta del giornalista per non discriminare», cioè «il decalogo che rovescia la realtà» del mondo omosessuale, come l’ha definito Avvenire  (martedì 17). Tre giorni dopo Il Fatto quotidiano  ha informato che il governo di Pechino costringe 250 mila cronisti a un esame su un testo di 700 pagine, che insegna a commentare la linea del Partito. Autore dell’analogo testo italiano è l’Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Non si sapeva che gli omosessuali fossero considerati dal Governo una razza.