So che tanti considerano Fantozzi divertente. Io lo trovo tristissimo, pur nella sua indiscutibile dimensione artistica. Perché con Fantozzi siamo passati dall'italico eroe cialtrone di Alberto Sordi, un vile coraggioso, all'omarello imprigionato in una sorta di gabbia impiegatizia degna di conigli piuttosto che di leoni. Casi del calcio, c'è dell'Alberto Sordi in Maurizio Zamparini, un Marchese del Grillo spadroneggiante su un mondo di Padroni & Padroncini spesso ridicoli e come lui capaci di trasformare l'antica ironia in attualissima volgarità e invece molto Fantozzi nei suoi allenatori i quali, pur di portare a casa ingaggi che vanno sempre più deprezzandosi, accettano trattamenti indegni e crudeli: incassano l'assegno e gli insulti - e magari la ignominiosa richiamata - con l'aria di dire «come è buono lei». Ci son cascati quasi tutti, dico di una cinquantina di tecnici, e mi chiedo come molti di questi possano pretendere il rispetto dei giocatori non solo a Palermo, ma dovunque vadano. Ci sta cascando anche l'eroico Novellino che fu il primo mister zampariniano, credo l'unico a non subire l'esonero, e tuttavia non ci fa una bella figura manco lui. E mi disturba - fatto personale - che oggi il Palermo travolto da un'annosa buffonata debba battersi per la salvezza accanto a modelli di club tanto diversi nella conduzione aziendale come l'Atalanta di Percassi e l'Udinese dei Pozzo, senza tralasciare le imprese degli inguaiatissimi Frosinone e Carpi e del Verona disperato. È vero che Edy Reja e Stefano Colantuono, appena esonerato e sostituito dal sempre disponibile De Canio, han pur lavorato per Zamparini, ma il tempo e la dignità gli han dato l'occasione per riscattarsi e oggi interpretano magari un dramma, non una farsa. Se ci fosse umana giustizia nelle vicende del Soccer Business - un mondo destinato a peggiorare perché sui suoi campi han principiato a battagliare per denaro e equivoco potere America e Russia, come ai tempi della guerra fredda - Zamparini meriterebbe la retrocessione e non solo come punizione calcistica, ma è inevitabile pensare ai palermitani che mantengono un atteggiamento pacifico e dignitoso anche se spesso si sentono come l'anticamera dei grandi club: Luca Toni, Pastore, Cavani, Dybala passano per Palermo lasciando rabbia e rimpianti, tuttavia troverete sempre un tifoso rosanero che vi dirà: «ma non possiamo dimenticare che Zamparini ci ha riportato in Serie A». È il più sincero e duraturo segno di gratitudine mai registrato e vorrei tanto che Zamparini se ne ricordasse: se si salverà, come auguro a tutti, trovi un altro campione e lo tenga per lunghi anni a Palermo, una piccola Capitale che non merita di essere fantozzata.