Doveva essere un festival musicale di provincia, sia pure con cantanti e gruppi in voga. Si trasformò in un concerto storico. Doveva ospitare qualche decina di migliaia di giovani. Ne arrivò mezzo milione. Qualcuno sostiene che fossero addirittura il doppio. Fatto sta che la strada provinciale che portava al grande prato si intasò ben presto bloccando il traffico e persino gli artisti che dovevano salire sul palco. Per qualcuno di loro si rimediò con un piccolo elicottero. La scaletta fu stravolta. A rallentare il tutto ci si mise anche un violento temporale estivo. Il raduno, previsto dal 15 al 17 agosto, andò avanti fino al 18. Era il 1969 e quello era Woodstock (dal nome della vicina città nella contea statunitense di Ulster), un evento nel vero senso della parola. E non solo per la musica. Era il ritrovo di un'intera generazione che pensava di cambiare il mondo. Non ci sarebbe riuscita, se non parzialmente. Anche perché quello dei cosiddetti hippie o figli dei fiori, musica a parte, non era il modo migliore per farlo. Ciò non toglie che in mezzo alle contraddizioni della droga o del sesso libero quel movimento abbia rappresentato per molti una spinta ideale. Bene, pertanto, ha fatto Rai 2 a proporre lo speciale Woodstock, Rita racconta, martedì alle 21.20, condotto appunto da Rita Pavone. Il vero neo, lo diciamo subito, è stata la lunghezza. Ancora una volta la tv ci ha costretto a una “prima serata” di tre ore e mezzo, mettendo a dura prova i telespettatori, tra l'altro pochi nella circostanza (355 mila). A parte questo, soprassedendo anche sull'ambientazione kitsch dello studio, la scelta della conduttrice si è rivelata giusta. Rita Pavone, infatti, non è solo l'interprete di un mitico Gian Burrasca o di canzonette come La partita di pallone, è altresì una ribelle, un'artista che ha pagato di persona scelte di vita controcorrente. Ma soprattutto è una cantante con la passione per il rock, con la voce ancora appropriata e una vitalità alle soglie dei 74 anni da fare invidia. Ai giovani lo speciale di Rai 2 non ha forse fatto capire granché di quell'evento e di quella generazione, ma a chi cinquant'anni fa era in grado di intendere e volere ha fatto fare un nostalgico tuffo nel passato.