Per sostenere la veridicità di qualsiasi fatto, senza tema di smentita, cinquant'anni fa avremmo affermato «l'ha detto il giornale», trent'anni fa dicevamo «l'ha detto la tv», oggi potremmo dire «l'ha detto internet». Il web è diventato oggi, semplicemente, insostituibile: la bussola di riferimento per reperire informazioni di qualsiasi tipo in qualsiasi momento, per sapere in tempo reale chi, cosa, come, dove e (forse) perché. Con un solo, grande limite: non esiste nessun soggetto che verifichi in automatico l'affidabilità di un'informazione reperita sulla rete, a differenza di quanto sostanzialmente accade per i media tradizionali. Nessun meccanismo che possa consentire di distinguere il vero dal falso, l'oggettivo dal soggettivo, l'essenziale dall'irrilevante, ciò che è davvero accaduto dall'invenzione pura. «L'ha detto internet», dunque, andrebbe interpretato così: qualcuno l'ha detto e scritto in qualche angolo della rete, ma è certo che qualcun altro avrà detto e scritto esattamente il contrario.La questione è diventata ancor più complessa (e affascinante) da quando il web è diventato intrinsecamente connesso con i social media. Oggi tutto ciò che è conoscibile è anche, quasi sempre, commentabile da parte di chiunque. In un regìme di totale e apparente libertà, che produce in realtà la meravigliosa anarchia del libero arbitrio. L'unione di internet e social ha trasformato il web nel regno infinito in cui il cittadino-consumatore diventa "sovrano" e detta la sua legge, esprimendo giudizi e riflessioni libere. Ma libere non vuol dire vere. Significa, invece, soggettive. E quindi potenzialmente parziali, interessate, influenzabili. Se ne sono accorti, ormai, gran parte degli internauti che cercano informazioni su un albergo, un ristorante o un centro medico e trovano sui social specializzati un'inestricabile Babele di giudizi: anche se si sceglie di seguire il giudizio prevalente o quello del "contributore esperto", è molto difficile farsi un'idea credibile di un'esperienza che può essere vissuta solo nella realtà.In sintesi: anche nell'era di Google, vince ancora il passaparola tra amici e conoscenti. L'affidabilità dell'interlocutore fisico credibile - al quale attribuire serenamente la responsabilità d'un consiglio sbagliato - continua a essere il pilastro più solido di una scelta, dalla vacanza ideale al conto corrente migliore. Perché non c'è rete più affidabile, di quella che ciascuno di noi può costruirsi nella vita reale.@FFDelzio