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Votare per l’Europa, compito difficile ma dovere che non possiamo eludere

Andrea Lavazza martedì 21 maggio 2024
Caro Avvenire, la prossimità delle elezioni europee pone di fronte a scelte difficili in un momento tragico con una guerra mondiale a pezzi, cambiamenti climatici, crisi economiche e migrazioni di milioni di persone. Ma emerge una informazione distorta che crea divisioni e rabbia per instradare verso motivazioni di voto dettate da paura e frustrazioni. Le elezioni europee sono una grande occasione perché ci permettono di esprimere preferenze. Per me, in quanto cristiano, vale uno sguardo verso gli ultimi. Toti Di Gregorio Caro professor Di Gregorio, nella sua articolata lettera, come docente all’Università della Calabria, lei accenna anche alla tragedia di Cutro e ad alcuni candidati che ritiene degni di fiducia. “Avvenire” non usa promuovere singoli esponenti politici; certamente condivide il richiamo a un voto che guardi ai meno avvantaggiati. Nell’udienza alla redazione nel 2018, Papa Francesco disse: «Nessuno detti la vostra agenda, tranne i poveri, gli ultimi, i sofferenti». Le elezioni europee chiamano a un complesso discernimento perché la Ue si deve occupare dei meno avvantaggiati, ma anche di una serie di temi e di emergenze epocali. Un punto fermo sembra essere lo spazio comune di diritti, libertà e valori che si è andato costruendo dal 1950, all’uscita di una tragica guerra mondiale, in cui siamo stati testimoni di atrocità forse senza pari. Lo straordinario percorso di unificazione che il Continente ha saputo compiere in poco più di settant’anni, seppure ancora largamente incompleto, è un patrimonio che non possiamo disperdere. Rappresenta un faro di civiltà nel mondo e l’opportunità per i popoli che lo costituiscono di affrontare le sfide globali che ci attendono in questo tornante della Storia. In tal senso, mi pare, la scelta ai seggi dovrebbe considerare in primo luogo l’orientamento generale verso le istituzioni politiche dello schieramento prescelto. A meno di venti giorni dall’apertura delle urne, mi è sembrato significativo (e indicativo) l’evento organizzato a Madrid dal partito Vox di Santiago Abascal, al quale hanno partecipato in presenza o da remoto molti leader del centrodestra europeo, compresa la premier italiana Giorgia Meloni. Il messaggio condiviso prevalente è stato quello di ridimensionare poteri e prerogative di Bruxelles a favore delle competenze nazionali, in altre parole riconquistare sovranità per gli Stati in un tentativo di riforma delle procedure decisionali che va nella direzione opposta al federalismo. Una sfida alla maggioranza uscente composta da popolari, socialisti e liberali, data in calo nei sondaggi. Tuttavia, nemmeno le forze storicamente più europeiste si sottraggono alla tentazione di cavalcare, come lei sottolinea, caro Di Gregorio, la paura e le frustrazioni, che alcuni fenomeni e alcune lentezze nelle risposte della politica generano. Ecco allora la responsabilità che ciascuno di noi ha di andare a votare - è il caldo invito che hanno fatto il cardinale Zuppi e vescovo Crociata nella loro missiva “all’Europa” - e di selezionare, secondo coscienza, i singoli candidati nella prospettiva di dare forza e “anima” alla Ue. Un compito non facile, che però ci rende autenticamente protagonisti e compartecipi degli assetti e delle scelte della nostra casa comune. © riproduzione riservata