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Michele, Gabriele e Raffaele. Volti, voci e segni di un Dio che è vicino

Matteo Liut domenica 29 settembre 2024
La fede, come l’amore, ha bisogno di segni, ha bisogno di essere comunicata e prendere forma nella storia dell’umanità, così come dentro le nostre storie personali. Le parole, i gesti, le relazioni: tutto è il segno di un Dio che si fa compagno di strada e che abita nella nostra quotidianità. È questo il potente messaggio che oggi ci offro le figure dei santi Michele, Gabriele e Raffaele. Da sempre presenti nella devozione popolare, essi sono coloro che mediano, che portano le parole di Dio fino alle nostre orecchie e ci ricordano chi è il Signore. Ma essi sono anche gli amici che raccolgono le nostre suppliche e le portano al cospetto di Dio. E i nomi tre arcangeli contengono i tratti del volto e del cuore divini: ci dicono che Dio è unico (Michele l’avversario del maligno), che ha un progetto di salvezza da offrire a tutto il mondo (Gabriele il messaggero) e ci sostiene a ogni nostro passo, anche il più incerto e doloroso (Raffaele il soccorritore). Il culto ha radici antiche che affondano nella tradizione veterotestamentaria e trovano alimento anche nel Nuovo Testamento (Gabriele è l’angelo che annuncia a Maria la nascita di Gesù). La loro identità porta un messaggio di speranza: Dio ci parla, sta a noi saperlo ascoltare davvero. Altri santi. Sant’Alarico, eremita (X sec.); beato Nicola da Forca Palena, sacerdote (1349-1449). Letture. Romano. Num 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48. Ambrosiano. Dt 6,1-9; Sal 118 (119); Rm 13,8-14a; Lc 10,25-37. Bizantino. 2Cor 11,31-12,9; Lc 6,31-36. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata