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Paolino di Nola. Volti di un Dio che cammina nella storia con gli ultimi

Matteo Liut sabato 22 giugno 2024
Non c’è stato di vita che non permetta di essere testimoni dell’unico amore capace di cambiare la storia, quello di Dio. Sposo, padre, poi prete e vescovo, san Paolino di Nola ci ricorda proprio che alla fine ciò che conta e l’essenzialità della vita divina. Era nato a Bordeaux nel 355 ed era figlio di una famiglia patrizia; ebbe la strada spianata nella carriera politica: divenne “consul suffectus”, ovvero governatore, della Campania. Avvicinatosi alla fede cristiana, si fece battezzare attorno ai 25 anni. Nel suo percorso di fede un ruolo importante lo ebbero sant’Ambrogio e sant’Agostino, con i quali ebbe un rapporto di amicizia. Durante un viaggio in Spagna, poi, conobbe e sposò Therasia, ma la morte prematura del loro figlio, Celso, li spinse verso una vita in stile monastico. Insieme decisero di distribuire le ricchezze ai poveri e di ritirarsi in Catalogna. Paolino venne ordinato prete e, in seguito, si stabilì in Campania, facendosi ben volere dalla popolazione per la sua attenzione verso gli ultimi: s’impegnò, infatti, nella costruzione di un ospizio per i poveri. Nel 409 fu nominato vescovo di Nola per acclamazione. Morì nel 431 lasciando numerosi scritti. Nola lo celebra con la Festa dei gigli, che ricorda i fiori con cui fa accolto al rientro da un periodo di prigionia in Africa, per il quale si era offerto volontariamente in riscatto dei nolani catturati dai Visigoti. Altri santi. San Giovanni Fisher, vescovo e martire (1469-1535); san Tommaso Moro, martire (1478-1535). Letture. Romano. 2Cr 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34. Ambrosiano. Lv 23,26-32; Sal 97 (98); Eb 9,6b-10; Gv 10,14-18. Bizantino. Rm 8,14-21; Mt 9,9-13. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata