Oltre alle imprudenze di giovani e di anziani in montagna - nonostante le continue raccomandazioni degli esperti - il Corpo nazionale di Soccorso del Club Alpino Italiano (Cnas) trova, in particolare quest'anno, motivi di intervento anche nei disastri naturali causati dalle anomalie del clima. Il servizio dei soccorsi del CAI, grazie all'opera solidale di migliaia di volontari, tecnici e medici specializzati secondo la natura dell'intervento, è infatti riconosciuto di pubblica utilità (legge 74/2001), ed opera in collaborazione col Servizio nazionale per la protezione civile. Da molti anni per i volontari del Soccorso alpino e speleologico del CAI è prevista una indennità di compensazione per il mancato reddito nelle giornate impegnate nei soccorsi e in quelle per le esercitazioni necessarie per testare la preparazione del personale e l'efficienza dei materiali in dotazione. Per i volontari che sono anche lavoratori dipendenti non spettano rimborsi ma solo l'ordinaria retribuzione secondo il rispettivo contratto di lavoro. Varia quindi, e automaticamente, in base agli avanzamenti contrattuali. In sostanza l'interessato conserva sia il posto di lavoro sia gli importi in busta paga. Anche il trattamento previdenziale non subisce alcun effetto né in perdita né in aumento. Invece per i volontari che sono lavoratori autonomi un apposito decreto ministeriale indica ogni anno l'importo dell'indennità compensativa da attribuire per il mancato reddito. Non esistendo un parametro oggettivo dei compensi da lavoro autonomo, la legge prende come riferimento la retribuzione media mensile degli addetti del settore dell'industria, ora calcolata per il 2021 in 2.203,80 euro (indipendentemente da qualsiasi riflesso Covid). Da questo importo si ricava una indennità giornaliera di 100,17 euro se l'autonomo lavora 22 giorni al mese perché fa la settimana corta, oppure di 84,76 euro se la sua attività si svolge su 26 giornate, a settimana intera. Salvo alcune eccezioni, non si tiene conto delle giornate che coincidono con riposi o festività. Guide alpine. Per contenere gli effetti Covid sul turismo, l'Unioncamere del Veneto ha previsto un fondo di ristoro riservato agli operatori del settore, fra i quali le guide alpine e gli accompagnatori di media montagna con partita Iva. Domande entro il 6 agosto.