In una Torino in fermento, san Giuseppe Cafasso volle rivolgere la propria attenzione ai più emarginati tra gli emarginati: i carcerati. Nel buio delle prigioni, infatti, il sacerdote, nato a Castelnuovo d'Asti nel 1811 e ordinato nel 1833, per molto tempo portò la luce di Cristo, tanto che oggi è patrono dei carcerati e dei condannati a morte. Venne accolto dal teologo e moralista don Luigi Guala nel convitto per la formazione del clero da lui stesso fondato. Cafasso insegnò morale per 24 anni senza mai dimenticare l'impegno a favore degli ultimi e dei bisognosi, in particolare i lavoratori come i muratori e i prigionieri nelle carceri, ma anche dei giovani e della famiglie. Fu un amico e collaboratore di Giovanni Bosco. Morì nel 1860.
Altri santi. Santi Martiri di Nicomedia (303); beata Raffaella Santina Cimatti, religiosa (1861-1945).
Letture. Zc 12,10-11;13,1; Sal 62; Gal 3,26-29; Lc 9,18-24.
Ambrosiano. Gen 18,1-2a.16-33; Sal 27; Rm 4,16-25; Lc 13,23-29.