Anche nell'82, noi ragazzi sognavamo di sfondare nel mondo dello spettacolo. Non c'erano i talent show, allora: in compenso c'erano cantanti nobilmente pop, come Gianni Togni, che nelle canzoni spronavano a inseguire i sogni. Ma senza rinunciare a vivere davvero. «Vivi tutte le passioni, con gli Oscar Mondadori di qualche anno fa… Guardi i film estivi all'ultimo spettacolo, poi gli altri vanno via e parte la fantasia, dalla stazione del tuo cuore… Giri i camerini, cerchi il tuo Fellini, prima o poi ti troverà: all'università o dentro un locale… Ma vivi! Anche se c'è crisi restiamo qui a discutere, facciamoci compagnia: c'è ancora un domani e noi, con tanti problemi e tanta buona volontà, viaggiamo vicini come clandestini per questi tempi assassini… Ma vivi! Vivi, amico dei cantanti, come ai vecchi tempi siamo ancora in mezzo ai guai, ne abbiamo di strada da pensarci, ma vivi! C'è sempre un palcoscenico che s'illuminerà: e da dietro le quinte chissà, vedremo arrivare il nostro futuro… Ma vivi, è la vita! …Vivi, "questa" vita! …Vivi!». A rileggerlo, è vero, il brano fa quasi tenerezza: eppure per non buttarsi via, quando si era adolescenti, servivano eccome anche canzoni così. E anche ora, abbiamo il sospetto che bisognerebbe che qualcuno ne sapesse scrivere.