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Vino, la Francia in ginocchio

Vittorio Spinelli sabato 14 luglio 2007
Il mondo del vino sta ancora una volta cambiando aspetto. In Francia, la peronospora, una delle malattie più pericolose per la vite, minaccia di azzerare i raccolti 2007; in Australia, le vendite all'estero di rossi e bianchi stanno dilagando a ritmi vertiginosi; in Italia continuano i sequestri di vini contraffatti mentre si guarda con preoccupazione alla riforma dell'Organizzazione comune di mercato del settore. Insomma, la variegata «cronaca» vitivinicola mondiale, in questi giorni ha fornito più di uno spunto per far capire ancora una volta quanto la produzione alimentare sia fortemente influenzata non solo dai mercati e dalla politica, ma anche, soprattutto, dal clima e dalla natura.
Un semplice fungo sta mettendo in ginocchio i vignerons d'oltralpe. Un fungo potente e dannoso, che rischia davvero di azzerare, quasi, la vendemmia 2007 in Francia. Ad essere coinvolte, per ora, alcune delle più importanti regioni viticole della Francia come Bordeaux, Borgogna, Beaujolais, Champagne e Loira. Causa dell'esplosione di questa malattia, sarebbero proprio le condizioni climatiche. Il risultato che si sta profilando è chiaro: anche le stime ufficiali non vi sono ancora, le piccole aziende pensando ad una vendemmia che potrebbe essere inesistente, alle grandi potrebbe andare un po' meglio ma c'è chi già parla di tagli fino all'80%. L'unico aspetto positivo della vicenda, è che la minore produzione farà alzare i prezzi dell'uva ridando fiato al comparto. Ma la Francia, davvero quest'anno potrebbe contare poco nel panorama vitivinicolo mondiale.
Tutto il contrario dell'Australia. Fra il 2006 e il 2007, questo Paese ha già totalizzato vendite all'estero per 7,98 milioni di ettolitri e 1,87 miliardi di euro, in crescita rispettivamente del 7% e del 3%. E non pare proprio che i produttori australiani vogliano fermarsi a questo punto. Senza contare che, fra i mercati più importanti, Usa ed Europa stanno ulteriormente guadagnando spazio. Nel Vecchio Continente, anzi, il Regno Unito si consolida come primo cliente, mentre stanno salendo le vendite anche in Olanda. Subito dopo arrivano gli Stati Uniti, dove da sempre l'Australia è uno dei concorrenti più agguerriti proprio per l'Italia e la Francia. E il mercato, ancora una volta, si conquisterà a colpi di marketing e di qualità. Proprio quell'elemento da sempre ricercato soprattutto dai produttori italiani che, però, hanno a che fare anche con periodiche ondate di false etichette che non fanno certo bene al buon nome della nostra viticoltura. Un fenomeno continuamente confermato dai sequestri di decine di migliaia di litri di vino contraffatto anche nel nostro Paese. È il caso dei 24mila ettolitri di Prosecco e Pinot Grigio scoperti in Toscana, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Tutto mentre anche i produttori di vini Doc stanno sollevando notevoli dubbi sulla riforma dell'Ocm di mercato che, a parere loro, vanificherebbe la storia delle denominazioni di origine in Italia e quindi della qualità.