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Vini, ora gli Usa sfidano l'Italia

Andrea Zaghi sabato 1 marzo 2008
C'è ormai un altro forte concorrente per la nostra vinitivinicoltura: gli Usa. Stando ai dati diffusi in Italia dall'Unione italiana vini (Uiv), quest'anno i produttori oltreoceano sono riusciti a vendere nel mondo 4,1 milioni di ettolitri per un valore di 862 milioni di dollari. Un record definito come storico perché l'export di vino americano non aveva mai raggiunto questi livelli e con una velocità pari a +10% in volume ed al +7,7% in termini di valore in un anno.
Prestazioni importanti, quindi, che arrivano dopo i dati generali sull'andamento, positivo, dell'intero export agroalimentare USA e che la dicono lunga sulle capacità del più importante sistema agricolo al mondo. Anche perché fra i principali clienti dei vitivinicoltori al di là dell'Atlantico ci sono proprio gli italiani.
Ciò che conta, naturalmente, è anche la composizione delle esportazioni che gli States sono riusciti a realizzare. Poca qualità, probabilmente, almeno per ora, ma si sa che nel commercio conta anche dell'altro. La crescita, quindi, si deve soprattutto ai cosiddetti vini sfusi (+22% in valore in 12 mesi) che da soli detengono il 43% dell'intero export. Ma a farsi vedere sono anche stati quelli in bottiglia sotto i 14 gradi (+8,2% in volume) e, in termini di valore, gli spumanti che hanno ottenuto un incasso dl 18 milioni di dollari. Cosa significa tutto ciò? Almeno una cosa. La crescita già registrata nel 2006 non era stata un caso. Buone azioni di commerciali e evidentemente un buon rapporto qualità-prezzo sono riusciti nell'intento di sostenere i produttori e di far sfondare loro il tetto degli 800 milioni di dollari. Ciò che deve far pensare di più, tuttavia, è un'altra circostanza. A premere sull'acceleratore delle vendite Usa nel mondo sono stati soprattutto i clienti europei. L'Unione europea importa oltre il 50% del vino americano destinato all'estero spendendo circa 459 milioni di euro.
I mercati privilegiati sono quelli della Gran Bretagna e della Germania. A crescere in modo impressionante, fa notare sempre l'Uiv, è anche stata la Russia che in un anno balza del 117% in volume e del 100% in valore. E anche in questo caso, i viticoltori dello Stivale si ritrovano fianco a fianco con i loro colleghi nel tentativo di conquistare saldamento il primato di vendite. Senza contare il fiume di vino Usa che prende le vie dell'Asia.
Ma è proprio l'Italia, come si è detto, uno dei più importanti clienti della concorrenza. Soprattutto per quanto concerne i vini sfusi. Il nostro Paese è al terzo posto fra i clienti degli Usa con una spesa di 49,2 milioni di dollari. Non basta: il 99% del prodotto spedito dagli Usa è costituito da vini sfusi. Certo, è chiaro, le etichette americane non hanno nulla a che vedere con le nostre. Altra storia, altra qualità, altro fascino, altri clienti, una diversa filosofia di produzione. Eppure, la crescita delle vendite Usa e il ruolo che queste hanno anche in Italia, non devono essere fatti da prendere alla leggera.