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Via Allegri, Tonali insegna: il calcio vada dagli operai

Massimiliano Castellani sabato 18 maggio 2024
Non vorremmo essere la giacca e neppure la cravatta di Massimiliano Allegri, che battendo l’Atalanta ha vinto la Coppa Italia (la quinta personale, record assoluto), ma ha sciupato l’ultima occasione per non perdere la testa. Con la Coppa già nel taschino, il poco nobile conte Max si fa espellere dall’arbitro Maresca, e concede alle telecamere l’ennesimo strip di stagione: lancio della giacca a terra con annesso slacciamento rabbioso di cravatta, buttata lì sulla pista dell’Olimpico. Scene già viste, con surplus di minacciosa caccia al designatore degli arbitri in tribuna: “Dov’è Rocchi? Dov’è Rocchi?”. Allegri, ma dove siamo ai gabbioni di Livorno? Mister Max si conferma un vincente, ricco di tutto, tranne che di fairplay. Esonerato, lascia una Juve in Champions (come da programma) con 100 milioni di euro in più nelle casse bianconere, ma dopo aver inveito contro il dg Cristiano Giuntoli, scacciato con un furioso «Vai fuori!», in quanto reo di non aver creduto ancora in lui. Se al suo posto sulla panchina di Madama arriverà, come pare quasi certo, l’oriundo brasilero di Bologna Thiago Motta, beh ringrazi comunque Allegri che gli lascia in eredità una finale di Supercoppa Italiana da giocarsi subito come ex nerazzurro del triplete contro l’Inter scudettata di Simone Inzaghi. Ma soprattutto Thiago eredita una Juve in fase avanzata di ricostruzione, in cui ad Allegri si può dire tutto tranne che non abbia creduto nei giovani. E questo ai titoli di coda glie lo ha riconosciuto anche il presidente John Elkann brindando al successo dei «ragazzi del futuro». Parliamo di Miretti, Yldiz, Cambiaso, Huijsen, Alcaraz e del rientrante talento Soulè che ha stregato tutti a Frosinone. E nella finale di Coppa Italia si è rivisto in campo anche il “giovane saggio” Nicolussi Caviglia. Ma soprattutto è riapparso Nicolò Fagioli che ha terminato la squalifica per scommesse illecite on-line. Un periodo lungo e a tratti buio per Nicolò, in cui Allegri e la Juve non lo hanno mai abbandonato. La sua dipendenza (ludopatia), è diventata materia di confronto con i giovani liceali che l’hanno invitato
a parlare e a confrontarsi su questa piaga sociale, e lo stesso, con il sostegno della Figc, sta facendo l’altro squalificato azzurro Sandro Tonali.
Sceso da Newcastle ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico Salvemini di Bari. «Nascondersi dietro le barriere di un problema non è mai la soluzione. La mia vera ricchezza non sono i contratti milionari, ma essere circondato da gente che mi vuol bene e continua a dimostrarmelo quotidianamente», ha detto Tonali ai ragazzi baresi, ai quali ha confessato di aver capito tante cose entrando in una fabbrica «dove si lavora 10 ore al giorno. E se un operaio perdesse il posto di lavoro, ne pagherebbe le conseguenze tutta la sua famiglia. Io sono fortunato. Ho sbagliato, ma non ho perso nulla». Allegri viene dalla working class livornese, e forse, lasciata la fabbrica degli Agnelli (Elkann), come Tonali, è tempo che torni tra gli operai, anche senza giacca. © riproduzione riservata