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«Vergogna azzurra, paghino i danni» Meglio che i calciatori diano l’esempio

Andrea Lavazza venerdì 5 luglio 2024
Caro Avvenire, la vergognosa prestazione della Nazionale di calcio contro la Svizzera merita qualche considerazione. Senza tema di sbagliare anche una squadra di Serie B (sic!) avrebbe giocato meglio, dato che lo spettacolo è stato opprimente: niente corsa né ritmo, tattica e schemi zero, passaggi subito sbagliati. Una partita penosa da veri dilettanti, dato che gli elvetici sembravano marziani. Lancio una proposta: non si potrebbe chiedere a questi calciatori, super pagati, di rifondere di tasca loro la Federazione, girando i soldi a qualche associazione sportiva che fatica a trovare risorse? Penso al Centro Sportivo Italiano. Lettera firmata Somma Lombardo (Va) Caro lettore che vuole mantenere l’anonimato, personalmente mi hanno colpito i toni durissimi con cui è stata giudicata da commentatori, esperti e tifosi la prestazione della Nazionale, sin dal triplice fischio finale della partita di sabato scorso. Per questo rispondo alla sua lettera, benché lei non voglia esporsi mentre si unisce energicamente al lancio di strali contro i calciatori azzurri. Certo, nessuno di coloro che sono scesi in campo ha meritato la sufficienza (a parte il portiere, peraltro criticato da molti in precedenza). A provocare l’indignazione di noi spettatori (non mi sottraggo dal novero di chi almeno con la coda dell’occhio ha seguito la gara) è stata tuttavia la mancanza di impegno e determinazione, una certa rassegnata svogliatezza che ha permesso agli avversari di dominarci. Perché in un appuntamento importante come il Campionato europeo, in cui dovevamo per di più difendere il titolo conquistato a Wembley tre anni fa, ci siamo mostrati arrendevoli e privi di iniziativa, esibendo un livello tecnico deficitario? Le analisi si sono sprecate. Il Ct Luciano Spalletti si è assunto parte della responsabilità. Obiettivamente, l’attuale selezione non è composta da super-campioni (con qualche eccezione). Per questo continuo a non spiegarmi l’animosità che si è diffusa dopo questa sconfitta. La Svizzera non è una cattiva squadra, vedremo domani come se la caverà con l’Inghilterra. Se andasse in semifinale, rivedremmo il giudizio sui nostri atleti? Non penso. Eppure, è stato più avvilente non qualificarci per i Mondiali due volte di fila, un’umiliazione assoluta per il nostro calcio che la massima competizione l’ha vinta quattro volte. L’allenatore della prima débâcle, Gian Piero Ventura, fu messo in croce; Roberto Mancini però sopravvisse al disastro e sarebbe ancora in panchina se avesse resistito alle sirene dell’Arabia Saudita. Non voglio difendere giovani fortunati che diventano idoli delle folle e possono costruirsi una vita agiata con una carriera lavorativa piuttosto breve e non troppo usurante. Ricordo però che sono molto pagati anche gli spagnoli, gli inglesi, i tedeschi, i portoghesi... Non tutti possono alzare la Coppa nella stessa edizione. Gli altri dovrebbero allora rifondere le spese? E va sottolineato che se girano tanti soldi nello sport professionistico è anche “colpa” nostra che lo finanziamo in tanti modi, perché ci piace e ci dà emozioni a volte da brividi. Quello che non abbiamo perdonato questa volta ai nostri “eroi” - per qualche particolare congiuntura - è l’avere subìto senza provare a reagire e dare tutto il possibile. Recentemente, mi ha impressionato un’intervista all’attore Russell Crowe, in cui il divo del Gladiatore raccontava dei numerosi acciacchi, anche piuttosto seri, che lo accompagnano per avere recitato i suoi ruoli di azione rinunciando all’uso di controfigure. È ricco e famoso, non è diventato disabile, rimane quindi un privilegiato. Ma ha messo tutto se stesso in ciò che ha fatto. Forse questo avremmo voluto dalla Nazionale: spendere fino all’ultima stilla di energia e gettarsi su ogni pallone, senza fare calcoli. E poi dire: “Ci abbiamo provato, avremmo voluto regalarvi un risultato diverso. Ci dispiace”. Ecco,
un comportamento simile, che sarebbe stato anche un esempio per tanti, vale di più di un piccolo risarcimento monetario, probabilmente ininfluente sia per chi lo dà sia per chi lo riceve. © riproduzione riservata