Libertà è poter essere se stessi, poter esprimere ciò in cui si crede, poter contribuire alla costruzione del mondo che si sogna: da sempre evangelizzare significa anche donare la libertà. Quest'opera di liberazione ha un testimone particolare in san Pietro Nolasco (1180-1245), fondatore dei Mercedari, posti sotto la protezione della Beata Vergine Maria della Mercede. La notte tra il 1° e il 2 agosto 1218 la Vergine apparve a Nolasco, che decise di fondare una congregazione impegnata nella liberazione degli schiavi, che a quel tempo erano soprattutto i cristiani finiti in mano dei saraceni. Ne parlò, quindi, con il re d'Aragona e con il vescovo di Barcellona: il 10 agosto 1218 Nolasco costituì il nuovo «Ordine Religioso Redentore». Il vescovo consegnò ai membri dell'Ordine la veste di lana bianca in omaggio alla purezza immacolata della Vergine Maria. Sotto la guida del fondatore, la congregazione diventò il cuore di un movimento a favore della libertà dei cristiani tratti in schiavitù. Il rischio che correvano non era solo quello di rimanere tutta la vita in catene, ma anche di dover rinunciare alla propria fede sotto le pressioni degli stessi saraceni. L'opera di Nolasco e dei Mercedari – ordine che fu approvato da papa Gregorio IX nel 1235 – appare preziosa anche oggi e conserva tutta la sua profezia: sono ancora tante, infatti, le forme di schiavitù che minano la dignità umana.
Altri santi. Sant'Anatalone di Milano, vescovo (III sec.); beata Colomba Gabriel, religiosa (1858-1926).
Letture. Romano. Qo 11,9-12,8; Sal 89; Lc 9,43-45.
Ambrosiano. Dt 14,22-29; Sal 96 (97); 1Cor 9,13-18; Lc 12,32-34.
Bizantino. 2Tim 3,10-15; Mt 25,1-13.