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Vedere col cuore

José Tolentino Mendonça giovedì 30 maggio 2019
Oggi celebriamo l'Ascensione di Gesù. Come si legge nel libro degli Atti degli Apostoli, viene un momento in cui Gesù ci viene sottratto allo sguardo, e una sorta di nube ce ne occulta adesso la visione. I discepoli dovranno imparare una cosa che finora non sapevano, e che consiste nel vivere la presenza di Gesù nella sua assenza. Vivere in Gesù senza vederlo, senza incontrarlo nello spazio fisico e quotidiano del mondo. Ciò non significa che avessero perduto Gesù. La Chiesa con la Pasqua non ha perduto Gesù. Lo abbiamo ritrovato in un'altra forma, e possiamo riconoscere le nuove modalità della sua presenza in mezzo a noi. Per questo è così importante quello che san Paolo dice: «Dio illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati"» (Ef 1,18). Necessitiamo degli occhi del cuore per comprendere la qualità e l'estensione della Presenza di Cristo nella storia. Ma penso anche a quel dettaglio che il Vangelo di Matteo (28,17) registra: nel momento ormai finale dell'Ascensione, alcuni discepoli ancora dubitarono. È tuttavia curioso che quel dubbio non costituisca un problema per Gesù. Egli investe della missione i discepoli anche nel dubbio. Gesù non disse che quella missione era soltanto per coloro che avevano creduto solidamente. Gesù affida la missione a tutti. I dubbi e le difficoltà del cammino fanno parte della condizione credente.