Esattamente un secolo fa, nel 1922, uscirono due opere capitali della poesia moderna, due poemetti che fecero scuola per la loro estrema densità simbolica e intellettuale: Il cimitero marino di Paul Valéry e La terra desolata di Thomas S. Eliot. Avevano in comune le più grandi ambizioni. Valéry concludeva la tradizione simbolista francese iniziata e diffusa nella seconda metà dell'Ottocento con Baudelaire, Rimbaud e Mallarmé. Il linguaggio della poesia, per i suoi temi e il suo stile, con tali autori si era dissociato dalla società borghese per isolarsi in un mondo separato che respingeva il lettore comune con la sua violenza, bizzarria o provocatoria astrattezza. I poeti postromantici, i simbolisti, erano poeti oscuri, estremamente espressivi ma poco comunicativi: poeti intellettuali criticamente consapevoli della loro asocialità e individui psicologicamente, moralmente tentati dalla solitudine necessaria a indagare tutti i segreti del linguaggio e della vita interiore. Con Il cimitero marino Valéry mostra di essere nello stesso tempo un estremista e un classicista: in ventiquattro strofe metricamente perfette descrive una specie di sogno a occhi aperti vissuto in uno stato di luminosa benché funebre consapevolezza: sia la poesia spagnola (Jiménez, Garcìa Lorca) che quella italiana (Ungaretti, Montale) impararono molto da Valéry. La terra desolata di Eliot, forse il testo poetico più rappresentativo e studiato dell'intero Novecento, scritto dopo la devastante guerra 1914-18, è l'opera di un americano trapiantato in Europa. Di quasi venti anni più giovane di Valéry, non meno intellettualistico e filosofico di lui, Eliot è famoso nello stesso tempo come originalissimo poeta e autorevole critico sia letterario che sociale. Ma il metodo compositivo della Terra desolata, benché del tutto consapevole della tradizione classica, è assolutamente anticlassico. Procede per accostamento di frammenti eterogenei, banali conversazioni e rivelazioni angosciose, citazioni da Baudelaire, Dante e sermoni buddhisti. Due dei saggi più noti di Eliot, scritti durante la Seconda guerra mondiale, dicono molto della profonda crisi in atto già con i loro titoli: Appunti per una definizione della cultura e L'idea di una società cristiana.