Silenziosa e senza fine è la battaglia contro la burocrazia dei cittadini che hanno subito un danno permanente e irreversibile a causa di vaccinazioni, trasfusioni di sangue o dalla somministrazione di emoderivati. Diverse leggi, a partire dalla 210 del 1992 ad oggi, sono state emanate allo scopo di risarcire con un indennizzo economico le vittime delle trasfusioni infette o i loro familiari. Vengono assicurati con una pensione di indennizzo anche i contagiati dall'Aids – in particolare gli operatori sanitari – e gli affetti da epatite derivata da trasfusioni, che rappresenta la motivazione principale delle richieste.Una massa di oltre 150mila domande di risarcimento ha ingolfato nel tempo gli uffici del ministero della Salute. Molti hanno cercato di superare le lungaggini burocratiche rivolgendosi direttamente ai tribunali. Per chiudere la partita con i ricorsi pendenti da anni, la legge finanziaria del 2008 ha previsto la possibilità di avviare accordi transattivi con i danneggiati, anche in merito ad altre patologie (talassemia, anemia ereditaria, emofilia ecc.). Silenzio del ministero della Salute sull'esito delle circa 7.000 transazioni proposte dagli interessati.Da quest'anno i risarcimenti, peraltro a corto di risorse, risultano ancora più complessi a causa dell'accorpamento sul territorio di diverse Commissioni mediche. Questo costringe gli interessati a lunghi viaggi per sottoporsi ai dovuti accertamenti sanitari, con un ulteriore allungamento dell'iter amministrativo.
Dializzati. Con una sentenza della Corte di Cassazione del 16 aprile scorso (n. 9148) è stato esteso il diritto all'indennizzo della legge 210/1992 anche a chi ha contratto l'epatite a causa di un'apparecchiatura per dialisi precedentemente utilizzata per altro paziente e non sottoposta ad una adeguata pulizia prima del successivo utilizzo. La sentenza, di carattere innovativo, intende aggiungere ai casi previsti dalla legge originaria anche gli eventi ad essi "contigui".
Le richieste. Il diritto e le condizioni per i risarcimenti da danno clinico sono spesso sconosciute agli interessati. Le domande di indennizzo devono essere presentate alla Asl di residenza del cittadino entro tre anni per i danni da vaccinazioni o per epatite post trasfusione ed entro dieci anni per i colpiti da infezione Hiv. L'importo, liquidato in rate bimestrali, è compreso tra i 1.481 e i 1.659 euro, esenti da tasse e che non costituiscono reddito per il diritto ad altre prestazioni (Inps ecc.).
Altri sussidi. Un assegno assistenziale di importo pari al trattamento minimo dell'Inps, è previsto per i lavoratori di qualsiasi settore o professione affetti da talassemia (morbo di Cooley) e da drepanocitosi (anemia falciforme).
La privacy. Chiunque venga a conoscenza di casi di risarcimento per danni da vaccinazioni e trasfusioni è tenuto dalla legge a rispettare il segreto d'ufficio e, nella definizione delle domande, ad osservare la massima riservatezza.