Urpi in bilico tra salute e malattia
Urpi, che significa in lingua quechua «colomba», frequenta la scuola, è estroversa con gli amici e, come tutti gli adolescenti, coltiva sogni e immagina il proprio futuro fuori da lì. La povertà estrema l'ha condannata: anche dopo lo svezzamento ha infatti continuato a essere allattata al seno. Una scelta che le ha consentito di sopravvivere alla fame, ma che le è costata il contagio del virus Hiv da parte della mamma che lei ha poi visto morire, divorata dalla malattia. Uno degli obiettivi delle Case Hogar che ospitano bimbi sieropositivi è di parlare con loro della malattia, affinché la comprendano e la affrontino nel modo migliore, ma anche di elaborare l'essere bambini abbandonati. La madre di Urpi, ad esempio, era una donna aggressiva e violenta che spesso alzava le mani e la incolpava di essere nata. In realtà, quando Urpi nacque, era molto giovane e incapace di crescerla.
Oggi Urpi è divisa fra l'amore per la madre e la rabbia di non essersi mai sentita amata e passa da stati di collera al dolore più lacerante. Lo scorso anno è stata bocciata, ora fatica a tornare a scuola e il suo rendimento scolastico è peggiorato, ma rimane una ragazzina sveglia e intelligente che continua a coltivare i sogni: vorrebbe studiare legge per poter aiutare i bambini maltrattati.
Il contributo per l'adozione a distanza sarà impiegato per rispondere ai suoi bisogni più urgenti, programmare interventi duraturi per il benessere psico-fisico, per la formazione scolastica, professionale e il reinserimento nella società. Adottare un bambino costa poco più di 80 centesimi al giorno, 300 euro l'anno.
Info Coopi, tel. 02.3085057 (interno 217 - 252); adozioneadistanza@coopi.org.