Urla dal silenzio
Più che ai morti però penso ai vivi, a chi è intrappolato tra le macerie e grida e urla, ma niente, nessuno risponde. Penso a chi nel buio scava con le unghie, alle madri rimaste sotto con i bambini; e a chi è fuori, invece, salvo, ma impotente davanti alle rovine di una casa in cui c'erano quelli che amava. Troppo dolore emana, nel silenzio, da quel punto dell'Asia. Sono quei giorni in cui, lo ammetto, chiederei a Dio perché, con rabbia. Gente già tanto povera, massacrata dalla guerra, assediata dalla fame, e ora un terremoto: e, sopra ancora, il fango. Perché?
Dall'Afghanistan però, leggo, i talebani hanno chiesto aiuto al mondo: aiuto, al nemico Occidente. Possibile che la miseria e l'impotenza siano infine oggi, laggiù, più forti dell'odio? Sarebbe una notizia, questa. La sola buona, la sola sorprendente.