Quando a sera voltiamo lo sguardo alle nostre spalle spesso abbiamo la sensazione di non aver raccolto nulla dalla nostra giornata. Ma poi un gesto, una parola, un volto illuminano il nostro tempo e donano un senso nuovo alle cose. E così piano piano la delusione lascia lo spazio all’emozione e all’entusiasmo. Il sogno che si stava spegnendo al tramonto torna a risplendere, grazie all’incontro con un viso che ci ricorda chi siamo perché siamo capaci di amare davvero. Fu questa l’esperienza dei due discepoli di Emmaus, che sul fare della sera se ne andavano da Gerusalemme, dalla città che aveva loro mostrato un futuro diverso, forse perduto con la morte del Maestro. Uno di loro era Cleofa, che per la tradizione era il padre di Giacomo il Minore, di Giuseppe e di Simone. Quando uno straniero si avvicinò chiedendo loro di cosa stessero parlando, Cleofa si stupì che quell’uomo non avesse sentito la notizia della morte di Gesù. E fu a quel punto che il viandante cominciò a spiegare loro le Scritture, toccando i loro cuori. Decisero quindi di invitarlo a fermarsi e, una volta a tavola, fu nel gesto di spezzare il pane che i due riconobbero Gesù. La loro sorpresa li spinse a condividere con gli altri quell’esperienza straordinaria. La gioia di quell’incontro li aveva resi testimoni di quell’autentico amore che infiamma il cuore e accende l’anima.
Altri santi. San Firmino di Amiens, vescovo (III-IV sec.); sant’Aunacario di Auxerre, vescovo (VI sec.).
Letture. Romano. Pr 30,5-9; Sal 118; Lc 9,1-6.
Ambrosiano. Ger 33,17-22; Sal 8; Eb 13,7-17; Mt 7,24-27.
Bizantino. Fil 1,12-20a; Lc 5,33-39.
t.me/santoavvenire
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