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Universitari, così la reversibilità

Vittorio Spinelli martedì 1 novembre 2016
Una pensione di reversibilità è riservata, dopo il decesso del padre lavoratore, ai giovani che frequentano l'università. In genere i titolari dell'assegno sono la madre e i figli, non solo quando questi sono minori ma anche se maggiorenni ma in alcune condizioni: essere a carico del genitore e non svolgere un'attività retribuita. Fra gli studenti l'Inps distingue i giovani che frequentano la scuola secondaria, che possono conseguire il diploma di maturità e riscuotere la pensione fino alla soglia dei 21 anni, e gli universitari, ai quali la pensione spetta, da soli o insieme alla madre, per la durata del corso legale di laurea e di una specializzazione, ma non oltre i 26 anni di età.
La materia delle pensioni ai familiari superstiti non è tutta definita, tanto che periodicamente l'Inps ritorna sull'argomento con nuove precisazioni, utili anche in occasione dell'avvio dell'attuale anno accademico. L'ultimo intervento riguarda il passaggio ad un altro ordine di studio (detto vacatio studii, come dal liceo all'università, dalla laurea triennale alla specialistica), e lo svolgimento di un'attività lavorativa, situazioni che danno ugualmente diritto all'assegno ma all'interno di alcune condizioni.
Vacatio. L'Inps precisa che, durante il periodo del passaggio di studi, il figlio superstite conserva la condizione di "studente" e il diritto alla reversibilità, a patto che l'iscrizione al corso di studi successivo avvenga senza interruzioni, vale a dire entro la prima scadenza utile prevista dal nuovo piano di studi. La pensione avrà decorrenza dalla morte del genitore, mentre il suo pagamento inizierà solo dal mese successivo alla nuova iscrizione insieme agli arretrati per il periodo di vacatio. Per i periodi tra cicli di studio diversi da quelli esemplificati la pensione viene sospesa, per poi riprendere con la ripresa degli studi susseguenti.
Studente lavoratore. Il figlio superstite ed occupato in una attività lavorati-va acquisisce il diritto alla pensione qualora il reddito da lavoro non superi gli 8.481,94 euro (valore per l'anno 2015, pari al trattamento minimo Inps + il 30%). Un importo superiore esclude dal diritto alla reversibilità. In genere, la domanda all'Inps si presenta durante l'attività lavorativa, e in questo caso si deve dichiarare il reddito presumibile riferito all'intero anno. Una volta accertato il reddito effettivo, l'assegno viene confermato se rientra nei parametri, altrimenti viene revocato e devono essere restituite le somme non dovute. Al figlio già pensionato che consegue un reddito superiore al limite viene sospeso l'assegno per il periodo di superamento.