Devono pazientare più del previsto i dipendenti degli enti religiosi aderenti all'Uneba, l'Unione delle istituzioni di beneficenza e assistenza sociale, per spuntare un nuovo contratto collettivo di lavoro e, di riflesso, un adeguamento delle retribuzioni. L'accordo per il rinnovo del vecchio contratto, dopo le canoniche trattative con i sindacati di settore, è stato raggiunto già agli inizi del dicembre appena trascorso, dando così via libera alla fase delle consultazioni dei lavoratori dipendenti degli enti e delle istituzioni educative, di assistenza, di beneficenza e sociosanitarie di ispirazione cristiana. In realtà nel testo del contratto pronto per l'assenso dei lavoratori sono state riscontrate alcune differenze rispetto a quanto convenuto e firmato dalle parti contraenti. Di qui la necessità di correggere il testo già siglato per aggiungere o per modificare le disposizioni diverse da quanto invece convenuto. La riscrittura del testo dovrebbe concludersi entro l'8 gennaio, così da poter terminare la fase consultiva entro il giorno 25. Se la consultazione dei lavoratori sarà positiva l'Uneba e i sindacati torneranno ad incontrarsi per quella che sarà soltanto la firma ufficiale e definitiva.
Il nuovo accordo nazionale stabilisce un aumento medio delle retribuzioni di circa 80 euro suddiviso in varie fasi (20 euro iniziali con decorrenza dal 1° gennaio 2020, una tantum di 100 euro a febbraio 2021 a copertura del periodo pregresso). Maggiore rilievo è dato inoltre alla contrattazione di secondo livello che potrà intervenire su un più ampio ventaglio di materie. In occasione del prossimo contratto nazionale, una quota delle integrazioni economiche di secondo livello potrà essere inserita e consolidata quale elemento tabellare delle retribuzioni. Disposizioni di raccordo riguardano l'applicazione del contratto Uneba negli enti in cui vengono contemporaneamente applicati anche altri contratti collettivi.
L'Uneba anticipa che il rinnovo del contratto, denso di novità (sanità integrativa per i dipendenti, servizio di assistenza domiciliare, tempi di lavoro ecc.), sarà al centro del prossimo Consiglio nazionale. Saranno inoltre organizzate diverse iniziative per presentare l'accordo agli oltre 900 enti associati, con particolare riguardo alle misure da applicare nel corso del 2020.