Questa mattina succede, davvero. Ieri la Camera dei deputati ha celebrato il 75esimo anniversario della Costituzione, approvata proprio lì, il 22 dicembre 1947, e curiosamente i lavori parlamentari porteranno oggi l’assemblea ad esprimersi, per l’ultima e decisiva votazione, su una modifica della stessa. Ieri una grande atleta come Bebe Vio celebrava, insieme ad Andrea Bocelli e al Presidente Sergio Mattarella il testo fondante della nostra Repubblica e questa mattina dopo il voto, probabilmente unanime, sarà apportata una modifica all’articolo 33 della Costituzione, quello che si occupa di arte e scienza, al quale sarà aggiunto il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».
Questo sarà l’ultimo e definitivo passaggio: da domani l’attività sportiva «in tutte le sue forme», come recita il testo, sarà formalmente riconosciuta per il suo valore e come un investimento sul futuro del Paese. Lo sport e la cultura del movimento, infatti, come dimostrato dalla letteratura scientifica, costituiscono uno dei principali generatori di risparmio del Servizio sanitario nazionale, in termini di prevenzione e controllo di patologie come obesità, diabete, patologie cardiovascolari, disturbi dell’umore. Le palestre, gli impianti, le piscine dovranno essere considerati come veri e propri hub della salute, centri di prevenzione e controllo dei costi che il nostro Servizio sanitario nazionale sostiene ogni anno nella lotta contro queste patologie che coinvolgono milioni di italiane e di italiani, con un grande impatto anche sui minori. Lo sport e la cultura del movimento, insieme alla scuola, possono essere considerati come una grande agenzia educativa, capace di insegnare sul campo inclusione, solidarietà e rispetto, valori essenziali per stimolare il consolidamento di una sana società civile. Lo sport e la cultura del movimento costituiscono poi un luogo di investimenti e ricerca tecnologica, ma anche uno strumento in grado di agire sulla trasformazione del paesaggio, favorendo una maggior sensibilità ecologica e un maggior rispetto dell’ambiente, con impatti significativi, ad esempio, sul tema della mobilità urbana. Lo sport e la cultura del movimento rappresentano anche uno strumento che permette a migliaia di persone disabili di trovare la propria dimensione attiva nella nostra società o che consente a persone anziane di prendersi cura di sé, di migliorare la propria qualità della vita e di sviluppare relazioni, senso di comunità. Finalmente la buona volontà di migliaia di associazioni capillarmente diffuse sul territorio, tenute in vita spesso da un esercito di volontari e da risorse di denaro privato, in particolare quello delle famiglie, verrà riconosciuta dalla Repubblica.
Un cambio di paradigma che introduce nel nostro ordinamento un vero e proprio “diritto allo sport”, che dovrà essere tutelato e reso accessibile a tutti, indipendentemente da età, talento, genere, provenienza geografica, status sociale ed economico: un diritto finalmente promosso e sostenuto da politiche pubbliche. Milioni di sportivi attendevano questo momento da una vita.
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