Le frecce scagliate dal mondo possono diventare per la comunità cristiana occasione per far crescere il Vangelo nella storia. È forse questo il messagio ancora attuale che oggi ci propone la figura di sant’Egidio, uno dei testimonid ella fede più cari alla devozione popolare francese. Nonostante l’antichità del culto, i profili biografici di Egidio (in francese Gilles) rimangono vaghi e di difficile definizione. La sua vicenda si colloca tra il VI e l’VIII secolo e la tradizione, che lo vuole originario di Atene, lo colloca nella Camargue: era giunto, infatti, sul delta del Rodano dove si stabilì dedicandosi a vita ritirata, da eremita. Durante una battuta di caccia venne ferito per sbaglio dal re in persona. Il colpo, in realtà, era diretto a una cerva, un animale inviato da Dio stesso per assistere l’eremita. Il re non si era accorto che quella creatura si trovava di fatto ai piedi dell’eremita e aveva scoccato la sua freccia. Per farsi perdonare la ferita involontaria il sovrano decise di donare un terreno a Egidio, che vi fondò un monastero: qui Egidio vide fiorire una fervente comunità, segno di una fede radicata e di una salda testimonianza cristiana. La sua morte viene fissata dalla tradizione al 1° settembre dell’anno 720 e le sue spoglie oggi si trovano nell’antica abbazia di Saint-Gilles, cittadina che si trova sul cammino di Santiago, non lontano da Arles. La devozione è diffusa in Francia, ma anche in Belgio e Olanda. Inoltre, è uno dei 14 santi ausiliatori e viene invocato in particolare per il buon allattamento e contro il delirio della febbre, l’epilessia, gli attacchi di panico, la paura, le fobie, la pazzia, la lebbra, la sordità.
Altri santi. San Giosuè, patriarca (XII sec. a.C.); san Prisco di Capua, vescovo (V sec.).
Letture. Romano. 1Ts 4,1-8; Sal 96; Mt 25,1-13.
Ambrosiano. 2Mac 12,38-45; Sal 102 (103); Gv 1,35-42.
Bizantino. 1 Tim.2,1-7; Lc.4,16-22.
t.me/santoavvenire