La bellezza del premierato sta anche – si può dire – nella sua vaghezza. La Treccani stessa lo incasella come «denominazione generica di forme di governo basate sulla legittimazione popolare del capo di governo», pur mantenendo la fiducia del Parlamento. Può assumere varie forme: la soluzione all’italiana proposta dal governo Meloni è basata sulla modifica di 7 articoli della Costituzione. Lo snodo-chiave sta nel raccordo con prerogative e poteri del Parlamento e del capo dello Stato. All’avvio dell’iter Giorgia Meloni l’ha definita «la madre di tutte le riforme». L’aupicio è che il “pargolo” non nasca già gracile di suo.