Una famiglia in crisi e l’aiuto necessario
Il colpo finale, a questa famiglia del Sud Italia, l’ha dato la cancellazione del reddito di cittadinanza. L’appello che arriva dalla signora Giuseppina tramite il parroco ha toni drammatici e urgenti. «Abbiamo due figli piccoli, io non sto molto bene, ho periodi di depressione, non riesco a lavorare. Mio marito è sempre fuori casa per vedere di racimolare qualcosa anche come muratore ma non si trova nulla. E adesso siamo stati intimati a lasciare la casa». La disperazione si legge tra le righe della lettera scritta a mano. Il marito di Giuseppina, Stefano, lavorava come perito elettrotecnico in Veneto, ma quando lei si è ammalata dopo la nascita della secondogenita, 5 anni fa, ha dovuto lasciare tutto e tornare al Sud per starle vicino e accudire i figli, che altrimenti sarebbero stati in balia di loro stessi. Nella sua città però Stefano non ha trovato un’occupazione che desse la possibilità di sopravvivere. Lo stop al reddito di cittadinanza ha fatto precipitare la situazione. «In attesa di una chiamata lavorativa ogni giorno è una tremenda preoccupazione per cercare di sbarcare il lunario – racconta il parroco, che non ha risorse per tirare fuori questa famigliola dalla miseria -: i creditori premono e, giustamente, vogliono essere soddisfatti. Se la speranza non delude, una mano tesa a chiedere potrà trovare una mano tesa a corrispondere». Possiamo aiutare Giuseppina e Stefano e i loro due bambini anche con un piccolo contributo, nella speranza che arrivi presto un lavoro.Conto corrente postale 15596208, intestato ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”, piazza Carbonari 3, Milano. Assegni intestati ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”. Si può anche fare un versamento ad Avvenire Nei Spa - La voce di chi non ha voce - Banco Bpm Iban IT05Y0503401741000000012201. Per le donazioni alla “Voce di chi non ha voce” non è possibile fruire della detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.