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Lea. Una donna capace di cura, volto di un Dio che ci ama

Matteo Liut venerdì 22 marzo 2024
Il cuore amorevole di una donna è un luogo prezioso dove è più facile cogliere l’amore di Dio che si manifesta in una cura infinita verso i piccoli e gli umili. È di questo che ci parla la vicenda di santa Lea, «maestra di perfezione alle altre, più con l’esempio che con la parola», una donna «di un’umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva». Così la descriveva san Girolamo, grazie al quale la storia di santa Lea è giunta fino a noi. Era una nobile romana vissuta nel IV secolo, in un’epoca segnata dallo sbandamento di Roma e del suo impero. Era rimasta vedova in giovane età e rifiutò di risposarsi con un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato. Decise, invece, di entrare nella comunità femminile creata da un’altra nobile, Marcella, sull’Aventino, dove si viveva quasi un’esperienza monastica fatta di preghiera, studio delle Scritture, povertà e castità. A farci conoscere le doti spirituali di santa Lea, come detto, è san Girolamo, che aveva ricevuto una lettera da Marcella in cui la “superiora” esprimeva piena fiducia per la vedova, a cui aveva affidato il compito di formare le giovani “novizie”. Lea morì nell’anno 384 e fu sepolta a Ostia. Altri santi. San Benvenuto Scotivoli, vescovo (XIII sec.); beato Francesco Luigi Chartier, sacerdote e martire (1762-1794). Letture. Romano. Ger 20,10-13; Sal 17; Gv 10,31-42. Ambrosiano. Aliturgico. Bizantino. Gen 49,33-50,26; Pr 31,8-31. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata