Si chiama “Semplici scatti” il blog di Francesca Centofanti (
bit.ly/3qhqUEb ), ed è un nome sincero: il focus del blog sono le immagini, gli «scatti», appunto. L'autrice, non professionista, li presenta con una dichiarazione d'amore alla fotografia: «Amo cogliere momenti, volti, angoli, sospiri, pensieri, parole, colori da tenere con me per poi nel tempo riprenderli in mano e riaccendere i suoni, gli odori, i sapori, le sensazioni di quell'attimo andato». Sono scatti davvero belli, che meritano di essere guardati con occhi attenti e non con quelli, bulimici, che in genere riserviamo alle immagini in Rete. Ma siccome questo blog, dice, è come il cassetto della scrivania, dove riporre a fine giornata piccoli pezzi della vita, ecco che accanto ai “semplici scatti” ci sono anche “semplici parole” (quelle dei bambini: la Centofanti è una maestra) e “semplici pensieri”. L'ultimo dei quali (
bit.ly/3bFCPr6 ) racconta di «coincidenze» che l'autrice chiama «dioincidenze», giacché sostiene che, dietro ad alcune cose che ci accadono, non può esserci solo il caso. Il post mi ha colpito anche perché qualche giorno fa, vedendo su Netflix il film romantico “The Secret. La forza di sognare”, avevo apprezzato a un certo punto una battuta: «Le coincidenze sono il modo di dio per rendersi anonimo». Mi sono poi documentato e ho appreso che il dio di questo film non è propriamente quello cristiano, essendo la storia tratta da un fortunato saggio motivazionale nel quale si attinge alle diverse religioni e filosofie con la pretesa di rivelare il segreto del successo. Ma la frase sulle coincidenze rimane felice. Ed ecco che Francesca Centofanti, anche se quasi certamente non ha ispirato a tale frase il suo post, di fatto la argomenta nella prospettiva della sua fede nel Dio di Gesù Cristo. Sono d'accordo con lei: ognuno di noi, guardando alla propria vita, può riconoscervi più di una dioincidenza: «È la mano innamorata di un padre verso i suoi figli. Lui ti prende. Ti accompagna. Se solamente tu lo vuoi».