Un venerdì di acquisti: sembra nero ma è rosa
Mentre comprendo la nostalgia che è all'origine della sottolineatura, mi chiedo se la fortuna di questo binomio tra “venerdì” e “nero” non si debba semplicemente a un abile inganno commerciale. Se infatti si interroga la Rete sulle origini, statunitensi, di questo termine, compaiono diverse versioni, spiega Wired ( tinyurl.com/ybqk56pa ), nessuna delle quali in grado di imporsi sulle altre, ma tutte concordi nell'evidenziare la casualità del “venerdì” (viene dopo il giovedì del Ringraziamento) e l'ambivalenza del “nero”: negativa in riferimento al traffico che si congestiona per la corsa allo sconto, positiva in riferimento all'attivo (scritto in nero) col quale si chiudono i libri contabili dei negozi. Sta di fatto però che, nelle cronache economiche e non solo, sempre il “nero” è associato a giornate negative; dal canto suo il venerdì è, per superstizione popolare, la giornata più sfortunata della settimana. Così il consumatore che è in me, sentendo queste due parole, si illude che più farà acquisti “convenienti” più renderà “nero” il “venerdì” del “mercato” e “rosa” il suo. Mentre invece accade proprio il contrario.