I l re tartufo è un cibo particolarmente costoso ma non tra i più nutrienti, infatti è un alimento-condimento il cui valore nutrizionale è quasi trascurabile. Il suo pregio è annunciato dal profumo e, dato il costo, si consiglia di mangiarlo a fettine molto sottili. L"aroma intenso consente di appagare anche con minime "spolverate" sui vari piatti che ben si prestano all"accoppiamento. Questo fungo sotterraneo, a forma di tubero, appartiene all"ordine degli Ascomiceti e alla famiglia delle Tuberacee, può essere bianco, cioè «Tuber Magnatum» oppure nero, «Tuber Nigrum». La nomea del tartufo, come afrodisiaco, deriva da un semplice composto solforato: il Metil-tio-mercaptale della formaldeide, una sostanza senza alcuna importanza nutritiva. Un etto di tartufo fornisce solamente 31 calorie, ha il 76,3 % di acqua, una discreta dose di proteine (6%); tracce di grassi (0,5 %) e di zuccheri (0,7 %), mentre ha un"ottima dose di fibra, cioè 9,4 grammi. Tra i minerali c"è una buona dose di potassio e di sodio, oltre che di calcio e fosforo e un po" di ferro. Sono stati individuate anche altre sostanze nel tartufo che sono dei composti steroidei, simili agli ormoni sessuali, con la composizione generale da questa formula: C-19-Delta-16, privi di attività ormonali e dotati di un particolarissimo odore. Queste sostanze sono i Feromoni, cioè le molecole che regolano il comportamento degli animali, specie di quelli che ne sentono il profumo, come il cane o il verro (o maschio del maiale).Il tartufo più noto e pregiato è quello bianco definito di Alba, ma gli astigiani si arrabbiano a questa affermazione, perché anche in terra astese il tartufo è pregiato al pari di quello albese, ma pochi lo sanno, specie chi non abita in Piemonte; esiste anche quello bianco di Acqualagna. Il tartufo nero, come quello francese (detto «truffe du Perigord») o quello di Norcia o di Spoleto, è meno pregiato e quindi meno caro. A parte l"aroma, il valore nutritivo dei tartufi si può paragonare a quello del fungo; visto il costo, chi può, lieto sia.