La notizia è di qualche giorno fa, ma sono sicuro che Giuseppe Paternò sia un uomo che non ha mai avuto fretta. Infatti si è appena laureato con 110 e lode. Succede a molti, non è un vanto raro. Se non fosse che il signor Paternò ha 97 anni ed è diventato da poco dottore, all'Università di Palermo, dopo aver discusso una tesi sui luoghi storici. Materia della quale, che se non altro per affinità anagrafica, aveva probabilmente una certa competenza. Ora, estrarre dal cassetto le solite banalità sul fatto che non è mai troppo tardi mi sembrerebbe irrispettoso per questo signore che nella vita, oltre a studiare, ha lavorato come un mulo: fattorino, cameriere, scuole serali per diventare geometra, e poi ferroviere fino alla pensione. La sua biografia è un trattato di resistenza umana, e probabilmente sarà d'accordo con me nel pensare che tardi non è meglio di mai, perché tardi è soprattutto tardi e basta. Nella vita le cose che desideriamo più di tutte, quasi sempre hanno la specialità di arrivare quando c'è ormai poco tempo per godersele. Però è anche vero che quelli che rinunciano sono sempre più numerosi di quelli che falliscono. E il signor Paternò non ha rinunciato affatto e tantomeno fallito. Una bella lezione, oltre che a se stesso, la lascia anche a noi: perché chi si arrende è sempre prigioniero di qualcuno, o peggio, di qualcosa. Lui da oggi, è finalmente un uomo libero.