Chi fu il principe Filippo nei titoli dei quotidiani italiani? «Sempre un passo dietro la regina» (“Corriere”, 10/4); «L'uomo che visse all'ombra delle regina» (“Repubblica”, 10/4); «Addio al principe perfetto» (“Giornale”, 10/4). Il “Fatto” (10/4) si smarca: «Addio al principe che disse: “Sono solo una fottuta ameba”». “Libero” e “Manifesto” (entrambi 10/4) evocano un noto film: «Filippo, il principe paziente» e «Il consorte inglese». Ritratti benevoli, ma fino a un certo punto. Scrive Natalia Aspesi (“Repubblica”, 4/10): «(Filippo fu) marchiato da una secondarietà insperabile, più un passo indietro che a fianco della sua signora, la sua autorevolezza in apparenza limitata alla statura, alle eleganti divise militari e a una foresta di medaglie, con figli problematici e nuore noiose». Come il principe, un passo indietro per Beppe Severgnini (“Corriere”, 10/4): «Il duca di Edimburgo è stato tra i personaggi più difficili da raccontare proprio perché non ci teneva a essere raccontato». A non esimersi dal raccontarlo sono soprattutto le donne, come Sabrina Provenzani (“Fatto”, 10/4): «Quest'uomo bellissimo, spigoloso, sfavillante e imbarazzante, pessimo padre, forse marito infedele, una colonna della formidabile costruzione a due che è stato questo faticoso regno». Assai meno sensibile al suo fascino Leonardo Clausi (“Manifesto”, 10/4): «Un figurante pieno di abnegazione (...), un elegante appendiabiti che ha pazientemente tagliato nastri, posto prime pietre, bombardato uditori in tutto il globo con discorsi ufficiali che aveva il commovente ardire di scriversi da solo».
E adesso, che ne sarà di Elisabetta? Dubbioso lo storico Domenico Savini intervistato da Riccardo Pelliccetti (“Giornale”, 10/4): «È finita un'epoca. Spero che la regina regga, con l'aiuto dei figli». Mesto Vittorio Sabadin (“Stampa”, 11/4): «Nessuno potrà sostituire Filippo. Nessuno la tratterà più come un essere umano, e non come la Regina». Pace per tutti: per chi ora riposa e per chi ancora si affanna.