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Pietro di Anagni. Un «padre» attento, pastore e riformatore

Matteo Liut venerdì 3 agosto 2018
Come un padre cura e fa crescere la propria famiglia, così sono chiamati a fare i pastori in un'impegno che porta sulla via della santità. Come è successo per Pietro di Anagni, che durante il suo episcopato si dedicò a "dare una casa" alla comunità locale restaurando la Cattedrale e alla riforma del clero attraverso una formazione più solida. Era di origini nobili, appartenente alla famiglia longobarda dei principi di Salerno, ma, rimasto orfano, fu affidato ai monaci di San Benedetto a Salerno. Qui fu scelto dal cardinale Ildebrando di Soana per diventare cappellano per papa Alessandro II. Più tardi fu proprio questo Pontefice a consacrarlo vescovo di Anagni. Da pastore ravvivò il culto del martire san Magno e difese i beni ecclesiastici da indebite ingerenze esterne. Morì nel 1105 e nel 1110 venne annoverato tra i santi.
Altri santi. Sant'Aspreno di Napoli, vescovo (I-II sec.); san Martino, eremita (500-580).
Letture. Ger 26,1-9; Sal 68; Mt 13,54-58.
Ambrosiano. 2Cr 9,13-31 [forma breve 9,22-31]; Sal 47; Lc 11,37-44.