UN'ORA DI LETTURA
Ogni tanto bisogna parlare di libri e di lettura, soprattutto in un panorama così sconfortante com'è quello italiano ove alla bulimia dei libri che vengono pubblicati corrisponde un'anoressia parallela dei lettori. Ha, però, ragione " almeno in parte " anche il famoso e molto letto (persino dai giovani) Hermann Hesse (1877-1962) nella considerazione che sopra ho riportato. Troppi sono, infatti, gli scritti inutili: ho già avuto occasione di ricordare il monito del filosofo inglese Francesco Bacone secondo il quale «alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti». Un altro inglese, il critico d'arte John Ruskin, affermava che «i libri si possono dividere in due gruppi: quelli dell'ora e quelli di sempre».
Sono anch'io convinto che molte pagine non valgono i boschi che hanno dato loro la carta sacrificando il verde e l'aria più pulita. Tuttavia senza i grandi libri, a partire dal Libro per eccellenza, la Bibbia, l'umanità non sarebbe diventata tale. Certo, i libri possono essere anche pericolosi e creare guerre e odi; tuttavia ci permettono almeno di capire nel bene e nel male chi siamo, ci rendono coscienti dei segreti delle nostre anime, ci svelano orizzonti che da soli non sapremmo raggiungere e possono darci «una scintilla di energia e un alito di nuova freschezza». Scriveva il francese Daniel Pennac: «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere» (Come un romanzo, 1992).