Un mondo Medio da inventare adesso
Il mondo Medio, così definito da Marica nella sua lettera, è il mondo da inventare nell'anno che è appena cominciato. Un compito apparentemente fallito in partenza, viste le condizioni e il contesto nel quale si è venuto a trovare il nostro Sahel. Un mondo Medio che si potrebbe apparentare a quello di Utopia, di Thomas Moore, a sua volta nato per contestare il disordine esistente in quel momento. Non si tratta del progetto della cosiddetta Terza Via che, strada facendo, ha perduto ogni credibile ragione d'essere, quanto di un mondo da creare, inventare, sperimentare e tentare. Né poveri né ricchi, lascia intravvedere il disegno di Marica che, anche nel nome attribuito al suo mondo, lascia spazio sufficiente a quella fantasia che solo i bambini lasciano libera di migrare. Certo, gli scritti citati, alcuni tra i tanti ricevuti, non danno indicazioni di metodo e di strategia per disegnare questo nuovo mondo chiamato, per felice intuizione, Medio. C'è però una precondizione posta all'inizio del cantiere di lavoro. Si tratta dello sguardo che potremmo definire "rovesciato" sulla realtà dei mondi che ne determinano la nostra lettura. Denaturalizzare la povertà o la miseria implica, proprio come ha ingenuamente fatto Marica, mettere in relazione il mondo povero e il mondo ricco. Uno non sta senza l'altro e uno esiste perché c'è l'altro. Marica, coi suoi 9 anni di età, ha disegnato l'essenziale perché i bimbi vanno per intuizioni. Essi sanno bene che il mondo Medio è quello del possibile, l'unico reale, frutto della fantasia e dell'utopia che accompagna i sogni di un mondo altro. In un'altra lettera, mandata per mail dai genitori, Giorgia scrive testualmente che darà più della metà del suo salvadanaio per coloro che, come lei, hanno diritto di mangiare e andare a scuola. Cose da bambini o cose da grandi eppure cose dell'altro mondo, cose da mondo Medio. Perché il mondo Medio in gestazione, prima denaturalizza la povertà, poi accusa la ricchezza e infine insinua la solidarietà. Lei, Andrea, Lorenzo, Noemi o Marica non sanno bene quanto accade nel Sahel. Difficilmente potrebbero capire le connessioni politiche e le complicità che hanno facilitato il processo che si sviluppa ormai da anni in questo spazio così provato dai cambiamenti climatici e demografici. Proprio per questo, Marica e gli altri, senza volerlo, hanno disegnato un mondo nuovo, un mondo Medio, un mondo speciale, da inventare ogni giorno.
Niamey, gennaio 2020