Il bellissimo disco che l'ensemble vocale Odechaton e suo il direttore Paolo Da Col hanno dedicato alla figura di Isabella di Castiglia (1451-1504) acquista un significato del tutto particolare nel panorama sociale e culturale contemporaneo; rappresenta infatti la doverosa celebrazione di una delle più affascinanti e controverse protagoniste del periodo di transizione tra Medioevo e Rinascimento, la cui "fortuna postuma" rimane ancora oggi in bilico tra le luci e le ombre di una causa di beatificazione (momentaneamente sospesa) e di una fitta trama di calunnie e pregiudizi.
Intitolato Un Libro de Horas de Isabel La Católica, questo cd (pubblicato da Bongiovanni e distribuito da Jupiter) rappresenta la colonna sonora di uno dei tanti "Libri d'Ore" che arricchivano la biblioteca personale della Regina; decorati con splendide miniature, si trattava di piccoli volumi di carattere devozionale che permettevano ai laici di praticare in privato una sorta di Ufficio delle Ore come quello celebrato dagli ordini monastici. Riferendosi direttamente al più prezioso e rinomato tra questi codici - oggi conservato nel Cleveland Museum of Art - Da Col e compagni hanno impaginato un programma che intende ricostruire un vero e proprio calendario liturgico in musica, scandito dalle principali preghiere "predilette" dalla sovrana spagnola e dai loro adattamenti polifonici ad opera dei più grandi maestri del tempo, le cui composizioni rientravano abitualmente nel repertorio dei cantori della Cappella Reale: innanzitutto Francisco de Peñalosa (ca. 1470-1528) e Juan de Anchieta (1462-1523), ma anche Josquin Desprez, Antoine Brumel e Loyset Compère.
Sfogliando idealmente una ad una le pagine del volume appartenuto a Isabella, ci si trova immersi in un clima di alta densità spirituale ed estetica, in cui testi e melodie rappresentano le tappe di un percorso che ci invita a soffermarci di fronte alle immagini e alle orazioni dedicate alla Pentecoste e alla Processione del Santissimo Sacramento, al Giardino degli ulivi e alla Sepoltura di Cristo, all'Annunciazione e alla Visitazione, al Servizio funebre con la Resurrezione di Lazzaro e al Giudizio universale. Con animo disposto alla meditazione e al raccoglimento; in ginocchio, se possibile.