Sono arrivati in Italia nel 2019 e non c'è stato il tempo per adattarsi. Pochi mesi dopo il Paese era nel pieno del lockdown. I tre fratelli e la mamma anche a causa dell'isolamento non hanno imparato bene l'italiano e la scuola è stato un percorso ad ostacoli. Al più piccolo dei tre, A., 9 anni, dopo mesi di indagini mediche è stato diagnosticato un disturbo del linguaggio e un ritardo mentale rilevante e da poco ha avuto il riconoscimento di handicap grave. «A. ha un insegnante di sostegno per 6 ore alla settimana, 3 in classe e 3 a casa, ma non è stato individuato nessun percorso riabilitativo», commenta la volontaria della Caritas della città del Nord Italia che segue e aiuta la famiglia. E c'è un altro problema: il padre, che invece era in Italia da diversi anni, lavorava come addetto alla pulizia in un fast food, ma con il Covid il contratto non è stato rinnovato. Di conseguenza da giugno scorso è stato impossibile per la famiglia pagare l'affitto del modestissimo appartamento in cui vivono ed è già arrivato lo sfratto. «A breve dovranno lasciare l'immobile», dicono alla Caritas, ma al momento non ci sono alternative. La moglie, del resto, non può cercarsi un lavoro perché deve assistere il piccolo A.
Si può aiutare questa famiglia che sperava in una vita migliore in Italia anche con un piccolo contributo sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”, piazza Carbonari 3, Milano. Assegni intestati ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”. Si può fare un versamento ad Avvenire Nei Spa - La voce di chi non ha voce - Banco Bpm IBAN IT05Y0503401741000000012201.