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Un inglese tra Roma e Bruxelles: le «Cantiones Sacrae» di Philips

Andrea Milanesi domenica 22 settembre 2013
Mottetti in stile italiano scritti da un Gentleman inglese esiliato nel Belgio; secoli prima degli accordi di Schengen e dell'abbattimento delle frontiere all'interno della Comunità Europea, il disco dedicato alla musica da chiesa di Peter Philips (1560/1-1628) rappresenta un paradigmatico esempio di libera circolazione di idee e creazioni artistiche di altissima e pregiata fattura, come quella che caratterizza le Cantiones sacrae interpretate dal Royal Holloway Choir e da The English Cornett and Sackbut Ensemble diretti da Rupert Gough (cd pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music).Cattolico, nato e cresciuto professionalmente nella protestante Inghilterra (seduto all'organo della St. Paul's Cathedral, a Londra), intorno al 1580 Philips lasciò l'isola per cercare riparo e fortuna nel Continente; giunto dapprima a Roma, dove si ritrovò al fianco Palestrina e Victoria nel pieno fervore della spinta controriformistica, dopo non poche traversie approdò definitivamente a Bruxelles al cuore della corte fiamminga degli arciduchi Alberto e Isabella, dove riscosse fama, onore e successo, al punto che il pittore Jan Brueghel il Vecchio è arrivato a immortalare il frontespizio dell'edizione a stampa di una sua raccolta di madrigali nel celebre dipinto Il senso dell'udito (prontamente riprodotto sulla copertina del cd).Pubblicate nel 1613, le Cantiones sacrae a otto voci qui raccolte nulla hanno perso della loro originale raffinata scrittura polifonica e continuano a rappresentare un fantasioso compendio di profonda ispirazione e intima bellezza; un patrimonio che contempla, secondo le prassi dell'epoca, l'utilizzo di cornetti e tromboni nel raddoppio delle linee vocali come anche l'alternanza o la contrapposizione dei diversi gruppi corali, in una varietà di soluzioni e sfumature timbriche che Gough e i giovani cantori del College Royal Holloway sono in grado di padroneggiare con sorprendente disinvoltura. E si volta altissimi tra le armonie celestiali dell'antifona mariana Regina caeli laetare (ASCOLTA​), trasportati sulle ali di una musica sublime che, ancora una volta, testimonia di quanti capolavori nascosti attendano solo gli interpreti ideali in grado di saperli riportare al loro autentico splendore.